BORMIO: terreni Pentagono
BORMIO: terreni Pentagono

LA CESSIONE AL COMUNE DI BORMIO DA PARTE DEL COMUNE DI VALFURVA DI TERRENI IN LOCALITA’ PENTAGONO. 

Con una delibera di giunta sul limite del fine mandato (N. 79 del 3 maggio 2006) il Futuro di Bormio stabiliva di cedere al comune di Valfurva  “uno o più appezzamenti di terreno”  in cambio di aree in zona Pentagono.  Forse non ci sarebbe stato nulla di strano,  se non si fossero ignorati due elementi essenziali. Il primo: quei terreni sono oggetto di contesa giudiziaria tra i comuni sociali e la Curia arcivescovile di Como. Non sto ad illustrare la complessa vicenda, che prende origine nel lontano 18 maggio 1611 con l’atto di donazione  della ND Caterina Alberti   (istituzione del Fondo del cosiddetto Pio Istituto Scolastico indirizzato ai comuni di Bormio e delle Valli per iniziative a favore dei giovani). In buona sostanza comunque, ancora pende avanti al Tribunale una causa per attribuirne la proprietà.  Il buon senso quindi impone la prudenza: non si può cedere “uno o più appezzamenti di terreno” in permuta a chi non sappiamo se sia davvero il proprietario del terreno che andiamo ad acquisire. Secondo: dimostrando molto buon senso, gli altri due comuni sociali (Valdisotto e Valdidentro) avevano già provveduto a cedere al comune di Bormio le loro quote, per il valore simbolico di euro 10.  Si veniva così a crere una evidente disparità tra i comuni. Ma perchè è così importante che il comune di Bormio acquisisca, in via esclusiva, i terreni in zona Pentagono? Perchè deve perfezionare, dopo 16 anni, una vendita incompleta. Nell’anno 1992, quando fu venduto il Pentagono alla società omonima, il comune di Bormio (che incassò circa 1 miliardo e 700 milioni di Lire) non potè però trasferire anche la proprietà dei terreni su cui la struttura insiste, in quanto proprietari risultano anche  i Comuni Sociali, in forza del cd. lascito Alberti (delibera di C.C. N. 67, 25 settembre 1992).  Il problema qual’e’? In mancanza di tale titolo di proprietà, la società Pentagono non può accedere alla stipula di un muto del quale ha estrema  necessità per coprire gli oneri  delle opere di messa a norma realizzate nell’anno 2004-05 (poco meno di  Euro 700.000). Sappiamo tutti che i debiti bancari costano molto ed incidono pesantemente sul bilancio di una  società: con un mutuo le cose sarebbero diverse e la situazione sopportabile. L’indubbia valenza sociale del Pentagono, per il turismo e le iniziative collettive del mandamento, impone che l’amministrazione metta in condizione la società stessa di sopravvivere. Ma anzichè sanare, una volta per tutte,  l’increscisa situazione, l’amministrazione del futuro di Bormio stabilisce con delibera di CC N. 74 del 30 novembre 2004 di caricarsi un onere di 32.000 Euro all’anno per 20 anni. Ora finalmente, dopo oltre 16 anni, l’amministrazione di questo Sindaco che viene accusato di non essere di Bormio, ha provveduto a concludere  una vicenda incredibile e grottesca, senza cedere un solo centimetro di suolo pubblico.  Con delibera di giunta N. 107 del 21 agosto 2008 abbiamo infatti revocato la permuta (del maggio 2006) e stabilito di acquisire dal comune di Valfurva  il terreno sito in località Pentagono  per il valore nominale di euro10.  La nostra proposta è stata accolta il 3 ottobre dal Consiglio Comunale di Valfurva che ha saggiamente valutato l’utilità della struttura, anche per la propria popolazione. Anche le stesse opposizioni di Valfurva, responsabilmente, non hanno demagogicamente cavalcato “la marcia indietro” e la rinuncia a “uno o più appezzamenti di terreno” a suo tempo richiesti e accordati, non hanno dileggiato il Sindaco, non lo hanno umiliato: hanno capito e aiutato. Questo Sindaco di Bormio che è stato accusato, in tutti i modi, in tutti i luoghi e senza che nessuno lo difendesse,  di aver venduto terreno a Livigno (che  minacciava l’esproprio per ampliare la sede stradale della Forcola) ha rimediato quindi ad un grossolano errore di amministrazioni precedenti, sicuramente native e con i quattro quarti di borminità, ma che forse non avevano ben compreso che non si possono concedere “uno o più appezzamenti di terreno” in cambio di un’area, se non si sa ancora di chi questa sia.  I loro padri si sarebbero rivoltati nella tomba.
Il Sindaco di Bormio


Data: 09/10/2008