Chiude il Museo Etnografico Tiranese
Chiude il Museo Etnografico Tiranese

Il Museo Etnografico Tiranese chiude al pubblico a decorrere dal prossimo 31 dicembre: è venuto meno il contributo annuale del Comune di Tirano che assicurava la copertura delle spese vive di gestione (circa 30mila euro). 

La lettera del CIG inviata al Comune a firma del presidente prof. Mauro Rovaris:

L’inspiegabile e inusuale silenzio di codesta Amministrazione a proposito della gestione del Museo Etnografico Tiranese - più volte sollecitata con varie modalità stante l’imminente scadenza della seconda convenzione 2015/2016 - induce a ritenere che l’argomento non rientri tra i suoi interessi e che non vi sia la volontà di affrontare con disposizione positiva l’argomento della sorte di un’istituzione culturale voluta e sostenuta da tutte le precedenti amministrazioni e riconosciuta quale patrimonio culturale non solo locale. Ribadisco ancora una volta che la situazione così venutasi a creare non lascia al CIG alternativa che quella di concludere con quest’anno la gestione quarantennale del MET, stante anche la richiesta di discontinuità a suo tempo avanzata dal Sindaco e dall’Assessora alla Cultura. L’avvio imminente delle procedure di dismissione di tutte le utenze ora in capo al CIG/ Museo segna pertanto l’inizio del percorso di uscita annunciato. Resta il rammarico per le mancate risposte di codesta Amministrazione che all’adozione di decisioni (di qualunque tenore esse fossero), proprie del concetto di amministrare, ha preferito il non decidere.

 

 


Data: 21/11/2016
 
29/11/2016, 10:09
L’amministrazione comunale di Tirano

"Prendiamo atto dalle copiose comunicazioni via stampa, che il CIG non intende continuare nella gestione del Museo Etnografico Tiranese. Siamo dispiaciuti per i toni di contrapposizione dato che questa contrapposizione non è mai stata volontà dell’Amministrazione.

Se un certo ritardo nella prosecuzione delle trattative c’è stato (fattore che pare essere stato scatenante per la rinuncia del CIG) va constatato che detto ritardo è frutto dell’impasse creato dall’irremovibile posizione del CIG e della sua direzione.

Per correttezza di informazione ai cittadini tiranesi, l’Amministrazione non ha mai negato la disponibilità dei fondi al Museo (30.900 € all’anno) né tantomeno minacciato di non erogare le risorse necessarie alla sua apertura, né tantomeno ha mai espresso la volontà di chiudere il Museo. Al contrario, ha sempre ribadito sia il valore del Museo per la città che il merito del CIG di aver creato e portato avanti il Museo in questi 40 anni.

Come già affermato in precedenza, il confronto si è piuttosto concentrato sulla richiesta da parte del Comune di un rinnovamento e di maggiori azioni culturali di promozione del museo che ne stimolassero la visita da parte sia di tiranesi e valtellinesi che dei turisti, e su un’apertura dell’Associazione all’ingresso di giovani che potessero contribuire al rinnovamento, come fra l’altro richiama lo stesso nome dell’associazione “Centro di Iniziativa Giovanile”. Richieste non accolte sebbene nella nuova edizione della convenzione si sostanziassero in un brevissimo comma che lasciava ampio margine di azione e che recepiva la natura “cittadina” del Museo: “Il CIG e il Comune si impegnano a condividere le attività e il futuro del MUSEO” e che secondo il CIG ne avrebbe limitato la libertà d’azione.

 

E’ indubbio che il CIG, con le tante persone che lo hanno fondato e che hanno contribuito alla sua crescita, abbia saputo creare un valore culturale per la città. E’ però anche indubbio che la fruizione culturale è fortemente mutata negli ultimi 15 anni e che ciò richiede sempre più un cambiamento anche nelle modalità di proposizione dell’offerta culturale. Se questo cambiamento non avviene, il rischio è la perdita di attrattiva, specie per le giovani generazioni, e la progressiva chiusura delle proposte culturali su se stesse.

Ne è un esempio la Biblioteca “Arcari” che da luogo di mero prestito librario è oramai diventato un centro di confronto culturale e un riferimento aggregativo. Peraltro con ben pochi fondi supplementari, ma quasi solo in virtù di essere parte del Circuito Provinciale (cui il Museo a suo tempo non ha aderito) e di avere un personale propositivo e votato alla interazione con l’esterno. Probabilmente questa problematica andava affrontata già tempo fa con l’apertura ai giovani del CIG; attraverso un loro coinvolgimento si sarebbe garantita la continuità dell’associazione e la continuità della sua attività nell’aggiornarsi dei tempi.

L’Amministrazione, ad oggi, ha ricevuto solo una comunicazione riguardo alla restituzione dei “Paramenti di Richelieu” (peraltro di proprietà comunale) ma nessun’altra comunicazione diretta, né verbale né scritta, sulla volontà di cedere o dare in comodato i beni della raccolta museale. Decisione, quest’ultima, esternata sempre solo attraverso i media e con toni polemici; una modalità bizzarra e poco indicata a trovare una soluzione fra due interlocutori.

L’ipotesi dell’alternativa al CIG non è finora mai stata presa in considerazione, proprio perché, come ribadito più volte, l’Amministrazione riteneva corretto mantenere una continuità nel riferimento del Museo. Stante ora la volontà dell’Associazione, l’Amministrazione si farà carico di assicurare l’apertura del Museo e nel corso del prossimo anno promuoverà una nuova modalità di gestione che verrà vagliata dal punto di vista amministrativo nei prossimi mesi.

Alla valutazione sul nuovo corso del MET in direzione di un vero e proprio Museo della città, auspichiamo che anche il CIG, prima di ogni altro, possa contribuire, sempre che ne manifesti la volontà. Se dunque la decisione del CIG come appreso dalla stampa è quella di non continuare nella gestione del Museo, sarà necessario un incontro a breve con la presidenza dell’Associazione per definire l’iter amministrativo idoneo per la presa in carico dei beni del Museo da parte del Comune di Tirano".

Amministrazione di Tirano

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

21/11/2016, 09:13
Il comunicato di Bruno Ciapponi Landi

“Chiuderà sine die il 31 dicembre, per mancanza di fondi, il Museo Etnografico Tiranese, fondato da Bruno Ciapponi Landi e da Mauro Rovaris, con il decisivo apporto di padre Camillo De Piaz, di Ivan Fassin, Roberto Togni, Giovanni Bettini, Elio Bertolina e altri, a causa del ritiro del Comune di Tirano che, oltre alla sede assicurava la copertura delle spese con un contributo annuale di circa 30.000 €. Mansioni ordinarie, direzione e gestione scientifica erano invece assicurate con prestazioni volontarie dal CIG (Centro di Iniziativa Giovanile, fondato a Tirano nel 1962 per iniziativa di Giuseppe Garbellini), formalmente proprietario dell’Istituto culturale e della sua collezione”:

 

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021