FUTURO ASSICURATO PER L?ENGADIN AIRPORT DI SAMEDAN

Il progetto definitivo verrà presentato entro primavera, ma il gruppo di lavoro istituito il 30 agosto scorso ha già affrontato il tema di come garantire un’infrastruttura e un esercizio sicuro dell’aeroporto di Samedan. Il fine è quello di tenere in vita l’aeroporto stesso, alla luce della sua importanza da un punto di vista turistico ed economico.

Un progetto definitivo che verrà sottoposto all’attenzione e alla successiva approvazione del Cantone dei Grigioni, predisposto da rappresentanti del Cantone dei Grigioni in sinergia con i comuni e il circolo dell’Engadina Alta, l’organizzazione turistica Engadin St. Moritz, la Engadin Airport AG, l’Ufficio federale dell’aviazione civile, il Corpo delle guardie di confine e specialisti dell’aviazione civile (Swiss, aeroporto di Zurigo e Università di San Gallo).

 

Il futuro dell’aeroporto regionale dell’Engadina Alta necessita di un nuovo modello organizzativo che prevede il coinvolgimento dell’ente pubblico e quale struttura auspicata sono previsti una società di infrastrutture dell’ente pubblico e una società d’esercizio privata. 

Quindi, verrà dissociata l’infrastruttura, presa a carico dall’ente pubblico, e la gestione dell’aeroporto, della quale si occuperà una società d’esercizio privata (l’attuale gestore), in base a un quadro di accordo di prestazioni.

 

Nella sostanza, le infrastrutture e la proprietà dei terreni rimangono dell’ente pubblico o vengono trasferite a quest’ultimo, per garantire, alla luce della bassa redditività dell’aeroporto, una garanzia del volume d’esercizio a lungo termine ed eventualmente sviluppato secondo le esigenze, contando comunque sui sussidi dell’ente pubblico, come avviene per tutti i trasporti pubblici. 


Data: 12/01/2011
 
18/01/2011, 09:35
IL PILOTA MARTOCCHI A SAMEDAN

Il pilota Nino Martocchi, della Swiss-jet, prossimamente volerà dall’aeroporto regionale di Samedan fino in Mongolia, a bordo del suo Agusta. 

La prima foto racconta di una sua recente visita proprio in Mongolia, in una "missione d’aiuto". (Foto Stefano Pini)


cristina culanti


Autore dal
27/10/2021