GREEN ECONOMY, LEGAMBIENTE, leggere con attenzione
GREEN ECONOMY, LEGAMBIENTE, leggere con attenzione

Un anno fa ci siamo incontrati a Lovere per la nostra assemblea dei circoli, in un mondo parecchio diverso da oggi. Negli stessi giorni infatti, dall’altra parte dell’oceano, un uomo dal nome di Barak Obama vinceva le elezioni americane. In un mondo precipitato nella crisi economica quella vittoria elettorale accendeva un riflettore di speranza: ’yes we can’ fu la frase riportata da tutti i media globali, e un altro termine, quello di green economy, entrava dalla porta principale direttamente nella storia. Finalmente il vento aveva preso il giro giusto, ottimismo e speranza insieme alla sfida di una economia che invertiva il suo corso per ridurre la dipendenza dal petrolio, scommettere sulle energie rinnovabili, sedare i conflitti e le guerre per il controllo delle risorse energetiche. La strada sembrava tracciata, una strada in salita e per nulla scontata - come dimostreranno i successivi mesi - ma pur sempre un forte e chiaro indirizzo da cui non sembra più possibile retrocedere, e il cui primo banco di prova, difficilissimo, sarà il prossimo vertice mondiale di Copenhagen: nostro compito, in Lombardia, sarà far sì che l’aspettativa del vertice e i suoi auspicabili risultati producano discussione e portino in primo piano le sfide che ci riguardano, gli impegni che dovremo chiedere ai candidati che aspirano a governare la nostra regione. Lo slogan della green economy ci chiama direttamente in causa, legittima le nostre ragioni e ci rende più forti e credibili nella società. Noi siamo quelli che l’avevano detto. Ma se non sapremo ben amministrare questo enorme guadagno, potremmo risultare inadeguati alla sfida: la green economy segnerà il nuovo corso dell’economia globale come fece il fordismo, o sarà una moda, un breve ciclo economico che nasce già con i semi della sua stessa crisi? In altre parole, farà la fine della new economy o di qualche altra ’economy’ cresciuta come una bolla di sapone e collassata in un attimo? Sappiamo che ciò non può e non deve accadere: le sfide di una conversione ecologica dell’economia sono immani, concrete e materiali, e partono dal grande capitolo della lotta al cambiamento climatico: bisognerà cambiare il modo di costruire case e uffici, ristrutturare o ricostruire gli edifici sorti nell’arco di mezzo secolo, sviluppare nuove tecnologie e materiali, modificare radicalmente stili di vita, di consumo, di mobilità. Cambiamenti enormi, che richiedono tempi molto lunghi per diventare efficaci. La green economy sarà un lungo (e travagliato) ciclo economico, o non sarà green economy. E ancora per molto tempo dovremo convivere con una economia che fa resistenza al cambiamento, e con una politica irta di contraddizioni, dove può capitare che un presidente di regione in Lombardia proclami una rivoluzione ecologica, ma nel frattempo prometta ai suoi elettori 500 km di nuove autostrade. Dovremo continuare, come sempre, a stare dentro il conflitto, a lottare contro lo smog e contro l’avanzata del cemento, per salvare l’arte e i beni comuni come il suolo, l’aria e l’acqua, per portare al tavolo la politica che, più che in passato, ci tirerà la giacca. Ma dovremo farlo sapendo che sempre più intercetteremo settori produttivi, sindacati e organizzazioni di società che vedono in noi un interlocutore imprescindibile: lo siamo per quello che rappresentiamo, per i contenuti delle nostre proposte e vertenze, ma soprattutto perchè siamo fortemente radicati nel territorio e, per questo, insostituibili. Perchè siamo un pezzo di società e non un’elite. Siamo quello che siamo perchè ci siamo: perchè siamo una rete di circoli che esprimono autorevolezza, non protagonismi individuali; ci siamo nel territorio, nelle interlocuzioni e nei conflitti, con la responsabilità di cui non si può fare a meno quando si è esposti anche a critiche e dissensi, mettendoci la faccia di ciascuno e l’autorevolezza dell’intera associazione. Questo fa la differenza di Legambiente nell’ambientalismo contemporaneo in Lombardia. Il nostro ambientalismo è, e deve diventare ancora di più, un ambientalismo popolare, senza perdere il rigore delle proprie argomentazioni. Ma queste caratteristiche ci rendono anche affini e sensibili alle ragioni di molti altri interpreti della società, anche molto diversi da noi per fedi e aspirazioni: da chi si occupa di promozione culturale a chi contrasta la disgregazione sociale, da chi crede nella solidarietà a chi si prende cura dell’identità della propria comunità, da chi si occupa di diritti a chi fa il proprio dovere e il di più ce lo mette come volontariato e impegno civile. Siamo ambientalisti nella società, perchè non si fa green economy senza difendere la coesione sociale: il cambiamento non lo fanno gli ambientalisti, ma l’intera comunità, e l’unico cambiamento possibile è quello che diventa desiderabile. Per questo i circoli Legambiente della Lombardia, sempre più, devono essere semi di futuro.
Damiano Di Simine


Data: 11/11/2009
 
11/11/2009, 16:56
ASSEMBLEA

ASSEMBLEA REGIONALE DEI CIRCOLI LEGAMBIENTE
28 - 29 NOVEMBRE 2009

ambientalismo popolare per la Green Economy

CENTRO CIVICO DI S. PIETRO CUSICO - ZIBIDO SAN GIACOMO

giornata del 28 novembre

dove siamo, IL PARCO CʼEʼ: Il territorio del Parco Agricolo Sud Milano e i suoi custodiConvegno, ore 09.30Il Parco Agricolo Sud Milano è nato da una mobilitazione di associazioni e esponenti della cultura milanese, in un rapporto con gli agricoltori inizialmente difficile ma oggi profondamente e positivamente mutato. Il protagonismo di molti attori locali - associazioni, operatori agricoli, amministratori locali, gruppi d’acquisto - ha in molti casi ’prodotto il parco’ anche quando l’istituzione di riferimento (la Provincia di Milano, ente gestore) appariva distante. Il parco sud è dunque un laboratorio di sussidiarietà, purtroppo insidiato dal cemento della metropoli e delle sue propaggini infrastrutturali. La funzione strategica del parco è quella di mantenere la riserva di suoli e paesaggi agricoli a ridosso della città: di Milano in primo luogo, ma anche della più popolosa città diffusa. Non c’è progetto di conservazione che possa svilupparsi senza un grande apporto di consenso, e il consenso ha bisogno di essere animato dal protagonismo di coloro che vivono il territorio e ne sono custodi. Obiettivo del convegno è quello di far emergere e stimolare la rete di relazioni vive e progettuali che già oggi fanno del Parco Sud un territorio eccellente, per produrre maggior consapevolezza e responsabilità condivisa della sfida che questo territorio ha di fronte, e delle impegnative scadenze che si profilano per il suo futuro. Responsabile del convegno: Marzio Marzorati, direzione regionale LegambienteOre 13.00: buffet per gli ospiti, a cura del GAS di Zibido San Giacomo

Ore 14.30: ASSEMBLEA REGIONALE DEI CIRCOLI LEGAMBIENTE - Apertura Lavori Saluti delle istituzioni locali e provinciali (Piero Garbelli, Sindaco di Zibido San Giacomo, Assessore Provinciale all’Agricoltura e Parchi) Intervento di Aldo Bonomi (sociologo, Aaster). L’agenda della green economy: dal pionierismo ecologista alla sfida dei territori

Ore 15.30: L’ambientalismo popolare: costruire consenso e partecipazione, nel territorio Gruppi di lavoro - I lavori saranno strutturati su 4 gruppi tematici che ruoteranno nel corso di 4 sessioni di 45’ l’una, ciascuna delle quali sarà presieduta da un promotore-moderatore della discussione (che illustrerà un breve documento) e da un ’reporteur’. 1° gruppo - Autonomia e sussidiarietà: il rapporto con la politica istituzionale Promotore: Sergio Cannavò, Reporteur Dino De Simone Autonomia e sussidiarietà sono i princìpi che presidiano le relazioni di Legambiente con le istituzioni. Siamo in un momento non facile del rapporto tra società e potere, in cui sempre più spesso l’autonomia associativa è considerata ’scomoda’. Ma il potere è fragile quando è indifferente all’aggregazione dei cittadini. Legambiente è interprete della attenzione al tema dei beni comuni: siamo capaci di presidiare questo spazio, dialogando alla pari con la politica istituzionale e alimentando il consenso che è indispensabile per vincere le nostre battaglie? 2° gruppo - reti di associazioni e di no-profit: siamo società. Promotore: Damiano Di Simine, Reporteur Stefano Farina Siamo parti di una rete sociale: è questo il nostro principale ’tratto identitario’ nell’arcipelago ecologista. Ci sono forti analogie tra il nostro operare e quello di attori sociali che si misurano con la lotta al disagio, il bisogno di solidarietà e l’aspirazione al progresso civile e pacifico, e in questo tessuto associativo ricerchiamo relazioni utili. Ma non è detto che i nostri interlocutori lo comprendano. Noi non ci mimetizziamo nel sociale, siamo società, prima di ogni altra cosa.3° gruppo - rapporti con i soci: cura delle relazione associativa. Promotore Andrea Trisoglio, Reporteur Simona Colombo Il primo obbligo di una associazione è quello verso i propri associati. Un rapporto che si alimenta di quotidianità e fiducia, trasparenza e conflitti creativi. Che cosa diamo ai nostri soci e che cosa riceviamo da loro, come rinnovare, alimentare e stabilizzare il ’patto associativo’ che ci vincola l’un l’altro e che passa attraverso il rinnovo dell’adesione? quali gli strumenti di formazione e le invenzioni che possono permetterci di estendere la rete degli associati, per aumentare e qualificare il nostro ruolo di rappresentanza?4° gruppo - strumenti, campagne, attività: comunicare valori - promotrice Barbara Meggetto, Reporteur Laura Brambilla Non siamo studiosi nè opinionisti, ma facciamo opinione, con le responsabilità che ciò comporta, e ci sforziamo di comunicare verità. Possiamo essere veicoli di cambiamento se la nostra comunicazione è comprensibile e magnetica: questo talvolta può farci vincere battaglie in cui i rivali sono più forti di noi. Ma non c’è nulla di più efficace della comunicazione mediata dalla azione, dalla presenza fattiva e visibile nella comunità: è il nostro agire sul territorio, di cui le campagne associative sono un veicolo formidabile, se ben usato.Ore 18.30: rapporto conclusivo dei lavori, in assemblea plenariain conclusione: videoproiezione di "Centonove" sulla mafia nei comuni del parco Agricolo Sud Milano

Ore 20.00: cena a cura del GAS di Zibido San GiacomoOre 21.30: intratteniamoci: suoni, voci, parole e coccole

giornata del 29 novembre

Ore 9.30: Assemblea dei Circoli e Direttivo regionaleL’epoca della green economy: la sfida ambientalista entra nella storia dei popoli? Nuove alleanze, nuovi conflitti: essere adeguati alla sfida, in Lombardia

Intervento di apertura: Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardiadiscussione con contributi dei circoli e dei coordinamenti territoriali.

Presiedono e moderano: Barbara Meggetto - direttrice , Sergio Cannavò - vicepresidente di Legambiente Lombardia

Conclusione: Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente

Ore 13.30: buffet con prodotti del Parco Sud. A cura del GAS di Zibido San Giacomo

Ore 14.30: visita al centro di ambientamento cicogne gestito da Legambiente a San Pietro Cusico e, per i bicimuniti, al borgo di Gudo Gambaredo (Buccinasco)Ospitalità: Per chi intende pernottare, in zona è presente l’Hotel Corona  a Binasco(costo a persona: doppia a € 50 singola a € 60)

Come arrivarci: Bici + treno: le stazioni più vicine sono quelle di Trezzano S.N. e Milano S. Cristoforo (linea Milano-Mortara) e Locate Triulzi (linea Milano-Pavia), a circa 10 kmBici + metro: la stazione più vicina è il capolinea M2 Abbiategrasso, 12 kmAuto: uscita autostrada Milano-Genova Binasco, uscite tangenziale Ovest di Trezzano o Opera-Rozzano

Per i pasti:Cena del sabato sera  € 22Pranzo del sabato e della domenica  € 12
Prenotare hotel e pasti entro il 18 novembre a: Legambiente Lombardia - Oriana o Mariangela

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