I cittadini di Novate Mezzola dicono NO al Parco Minerario
I cittadini di Novate Mezzola dicono NO al Parco Minerario

I cittadini di Novate Mezzola hanno dato vita a una raccolta firma sul sito change per dire no NO al Parco Minerario San Fedelino, NO a valutazioni di insediamenti industriali non idonei al contesto area ex-Falck e SI all’opera di bonifica definitiva dell’area ex-Falck.

Una petizione online che in pochi giorni ha registrato 509 sostenitori.

"NO ALLA MODIFICA PGT E AL PARCO MONERARIO SAN FEDELINO", in buona sostanza, “in quanto diventa sempre più importante dimostrare che un futuro migliore e più sostenibile è quello che si chiede diventi realizzabile. – si legge sulla pagina web -. Per questo motivo diventa essenziale poter raccogliere il maggior numero di adesioni possibili, affinché ogni uno possa dare il proprio contributo esprimendo questo concetto; perché dipende da tutti noi.
La raccolta firma terminerà definitivamente in data 18.02.2015 tempo utile per la presentazione del riscontro nel contesto VAS attualmente in corso!”

(Con Delibera del Presidente della Provincia n. 2 del 31 ottobre 2014 è stato dato avvio alle procedure di Valutazione Ambientale strategica che accompagnerà per l’intero percorso la fase di elaborazione progettuale della proposta di Accordo).

 


Data: 02/02/2015
 
02/02/2015, 16:52
La petizione

PETIZIONE POPOLARE

“NO ALLA MODIFICA PGT E AL PARCO MINERARIO SAN FEDELINO – NOVATE MEZZOLA”

I sottoscritti si rivolgono con la presente petizione popolare, promossa dai cittadini di Novate Mezzola ai sensi dell’art. 50 della Costituzione della Repubblica Italiana, affinché vengano garantiti interventi normativi volti ad impedire la modifica in PGT della destinazione d’uso dell’area denominata ex-Falck sita in Novate Mezzola ai seguenti:

Al Presidente della Regione Lombardia

ed alle seguenti DG regionali per le rispettive competenze in materia SIC e ZPS:

DG Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile-U.O. Parchi Tutela della biodiversità e Paesaggio

e quale soggetto competente in materia ambientale:

DG Agricoltura, DG Ambiente, Energia e sviluppo sostenibile, DG Salute; Al Presidente della Provincia di Sondrio ed ai Dirigenti Daniele Moroni (Autorità competente) e Susanna

Lauzi (Autorità procedente); Al Presidente Comunità Montana della Valchiavenna; Al Presidente della Riserva Pian di Spagna e lago Mezzola; Al Comune di Novate Mezzola; 

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

02/02/2015, 16:42
Il Comitato Salute Ambiente Valli e Lago

Il “Comitato Salute Ambiente Valli e Lago”, creato in primis a sostegno della Petizione ““NO ALLA MODIFICA PGT E AL PARCO MINERARIO SAN FEDELINO – NOVATE MEZZOLA” e avente, da Statuto, fra i propri fini quello di promuovere opera informativa e di denuncia su questioni di inquinamento ambientale, intende presentare le seguenti osservazioni, partendo dal presupposto che il  “NO netto al Parco Minerario San Fedelino e alla variazione della destinazione d’uso dell’area Falck (da verde come da attuale PGT a industriale) non nasce per capriccio o per gusto estetico, ma da serie a attente valutazioni:

“L’area Ex- Falck di Novate Mezzola e la discarica di Samolaco costituiscono da anni, una pericolosa fonte di agenti tossici per tutta la Valchiavenna. In particolare il cromo esavalente, scarto nei processi produttivi del vecchio impianto siderurgico, è materiale altamente cancerogeno.

L’8 agosto 2001 è stato approvato un progetto di messa in sicurezza che non risolve adeguatamente il problema dell’inquinamento ambientale dell’area ex-Falck e della discarica di Giumello, perciò ne chiediamo la modifica.

Il cromo contenuto nelle scorie della discarica a tutt’oggi continua ad inquinare la falda acquifera sottostante: tuttavia il progetto approvato non prevede alcuna opera di impermeabilizzazione sotterranea che permetta di isolare la sostanza inquinante impedendole di intossicare le acque.

Chiediamo:

-        Che il decreto di bonifica e messa in sicurezza comprendente l’area ex-Falck e la discarica del Giumello sia modificato comprendendo:

-        Un impermeabilizzazione completa della discarica ed il completamento dell’asportazione di tutte le coperture in eternit (sostanza cancerogena) non previsto dal progetto originario;

-        Che vengano realizzati approfonditi studi epidemiologici sul rapporto fra dispersione del cromo esavalente e malattie tumorali nel comprensorio della Valchiavenna;

-        Che gli enti locali interessati esprimano in modo netto e non ambiguo la loro contrarietà alla localizzazione sul territorio di Novate Mezzola di un impianto per la frantumazione e la spedizione di inerti dal raccordo ex-Falck o di altre attività produttive nocive alla salute ed all’ambiente;

-        Che gli enti promuovano un piano di sviluppo turistico del bacino del Lago di Mezzola fondato sulla valorizzazione e la tutela del grande patrimonio ambientale che caratterizza quest’area;”

Questo quanto esprimeva nell’anno 2002 la petizione di un comitato nato proprio per la salvaguardia del bacino del Lago di Mezzola, rappresentato fra gli altri dall’attuale Sindaco di Novate Mezzola, la petizione raccolse un gran numero di adesioni.

Ad oggi la situazione non è cambiata, nonostante le varie prescrizioni non troviamo l’evidenza di realizzazione di nessuna opera finalizzata all’impermeabilizzazione dell’area se fatta eccezione per la superficie resa” impermeabile” da uno strato di asfalto, mentre la messa in sicurezza permanente prevede l’isolamento degli inquinanti attraverso sistemi di contenimento di tipo statico (isolamento superficiale, basale o laterale) o di tipo dinamico (barriere idrauliche o barriere reattive).

Dagli studi effettuati e contenuti nello Studio Idrogeologico dell’Area ex- Falck di Novate Mezzola e ottimizzazione degli interventi di bonifica della falda contaminata da cromo esavalente commissionati e sovvenzionati dalla Comunità Montana Valchiavenna nell’anno 2002-2003, troviamo molte indicazioni relative alla composizione dello stato chimico e geologico dell’area ex-falck con riferimento a studi ufficiali, contrariamente a quanto indicato nel documento di sintesi non tecnica a pagina 13 che menziona il fatto che non si dispone attualmente dei dati relativi al suolo, essendo questo sigillato.

Dal confronto dei risultati disponibili si constata che, ad un aumento del livello piezometrico corrisponde un contemporaneo e proporzionale innalzamento della concentrazione del livello di cromo esavalente, testimonianza del dilavamento operato dalla falda nei confronti delle scorie.

Conformemente allo studio sopramenzionato troviamo riferimento all’interno dell’Protocollo d’Intesa:

“ai fini del monitoraggio delle acque sotterranee nel corso dell’esecuzione dei lavori, ARPA, a partire dal marzo 2009 e con cadenza mensile, ha effettuato ed effettua i relativi prelievi tramite sei piezometri ubicati nel contorno dell’area, da cui a tratti emergono condizioni di non conformità rispetto alle C.S.C della tabella 2 dell’Allegato 5, parte IV del D.Lgs 152/06 e più sporadicamente superamenti della concentrazione “soglia di intervento” per il cromo esavalente stabilita dalle prescrizioni del decreto n.12613 del 19.07.2004. Tuttavia questi dati non sono stati resi pubblici o riscontrabili all’interno di nessun approfondimento.

Cosi come troviamo ulteriori dati contenuti nel rapporto ARPA 2012, che evidenzia lo stato chimico delle acque del Lago di Mezzola come NON BUONO e rileva picchi anomali di concentrazioni di cromo esavalente cosi come la presenza di percentuali di nichel, cadmio ed altri metalli pesanti. Purtroppo ARPA non ha ancora reso disponibile il rapporto relativo all’indagine 2013.

Cosi come quanto esposto da un articolo dall’archivio storico della Provincia di Sondrio nel maggio 2010 che riportiamo:

“i dati provenienti dai rilevamenti nei pozzi piezometrici ultimamente sono preoccupanti. Quella che è stata una messa in sicurezza di un area pericolosa, e che si è ridotta alla posa di un manto d’asfalto, sta dimostrando di non essere sufficiente. In futuro la questione andrà riaperta e dalla messa in sicurezza si dovrà passare ad una vera e propria bonifica”. Parole pesanti quelle pronunciate dal legale, un avvocato esperto in questioni ambientali nonché presidente del WWF Lombardia, Paola Brambilla, in merito al futuro dell’area ex-Falck. “la messa in sicurezza è stata decisa dalla Regione Lombardia, ha commentato Brambilla, ed è stato un regalo alla Falck. Gli enti locali si mettano assieme e facciano pressione sulla Regione affinché la questione sia riaperta e si arrivi ad una vera bonifica. Perché non basta coprire il cromo. Prima o poi precipita nella falda e la gente finisce con il berselo”.

Queste, quindi, le dichiarazioni dell’avvocato Paola Brambilla, professionista scelto dal Comune di Novate Mezzola per resistere ai ricorsi presentati da Novamin S.p.A. (precedente proprietaria dell’area) contro la scelta, operata dalla stessa Amministrazione Comunale, di imporre una destinazione a verde dell’area ex-Falck proprio per impedire la realizzazione di nuovi insediamenti industriali in loco, con esclusione, pertanto, di tipologie di attività legate al trattamento di inerti, di rifiuti ed industriali. Ma, come si sa, il mondo gira e le persone cambiano idea! La professionista avvocato Paola Brambilla, presidente del WWF Lombardia, da baluardo della difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini di Novate Mezzola si è trasformata nella prima sostenitrice del Parco Mineriario San Fedelino, tanto che lo stesso risulta inserito nella lista dei progetti meritevoli di realizzazione nel contesto del progetto WWF Riutilizziamo l’Italia. Il Sindaco Copes, affascinata dal meraviglioso studio commissionato da Novate Mineraria, si sarebbe talmente convertita alla bontà di quanto esplicitato, da riconoscere il grave errore dalla stessa commesso nel corso del precedente mandato amministrativo, ovvero quello di non acconsentire alla realizzazione del nuovo impianto industriale,  prestando consenso al rilascio dei permessi di insediamento, a fronte del solo abbandono delle azioni giudiziarie promosse da Novamin e della costruzione di un area didattica per bambini sul bel terreno ecologico in questione. Quello che si direbbe una trattativa con i fiocchi! Ma la domanda sorge spontanea: posto che, per quanto detto e per quanto si dirà, le evidenze sono tutte dirette a confermare le originarie preoccupazioni poste alla base delle scelte assunte a suo tempo e che la carente e non esaustiva produzione documentale della Novate Mineraria non supera il problema, quale è la ragione di questo repentino mutamento di indirizzo riscontrabile anche dai vertici della Comunità Montana, Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola nonché dagli stessi dirigenti della Provincia di Sondrio?

Così come la fotografia scattata in data 27 novembre 2014 in occasione di opera di manutenzione nel raschiamento dello strato superficiale del muro perimetrale dell’area Falck, avente oggetto la sigillatura delle crepe notiamo una possibile anche se parziale trasudazione di cromo esavalente. Smentita per mezzo stampa da Sindaco di Novate Mezzola il giorno stesso del sopralluogo effettuato da ARPA e Corpo Forestale dello Stato, senza quindi la possibilità di avvalersi della base scientifica elemento auspicato nelle parole di un ufficiale sanitario, peraltro autorizzando subito la società Novate Mineraria srl all’intervento di risanamento delle crepe del muro e quindi al mascheramento dell’ipotetica evidenza. Rassicurazione che riportiamo “Comprendiamo la preoccupazione ma i tecnici (quali tecnici) hanno assicurato che non c’è possibilità che fuoriesca cromo essendo le pareti spesse due metri” quanto possa essere rassicurante che non ci sia ad oggi evidenza dell’impermeabilizzazione del muro tenendo conto dello spessore dello stesso lo lasciamo definire a voi.

Tornando al tema. Al fine di poter considerare la messa in sicurezza presente nell’area Falck come effettiva oltre che permanente, come viene definita all’interno della documentazione VAS, oltre alla certificazione della realizzazione d’opera  si chiede l’evidenza dell’esistenza del relativo progetto contenente le eventuali misure di sicurezza ed articolato secondo i seguenti tre livelli di successivi approfondimenti tecnici come previsto dal DM 471/99:

-        piano di caratterizzazione necessario in quanto finalizzato alla descrizione dettagliata del sito e di tutte le attività svolte , quali la localizzazione ed estensione della possibile contaminazione, la descrizione delle caratteristiche delle componenti ambientali sia all’interno del sito che nell’area da esso influenzata; la descrizione delle condizioni necessarie alla protezione ambientale e alla tutela della salute pubblica; la presentazione di un piano delle indagini da attuare per definire tipo, grado ed estensione dell’inquinamento.

-        del progetto preliminare

-        del progetto definitivo,

-        analisi di rischio postumo in ottemperanza sempre al DM 471/99 al fine di verificare se le concentrazioni residue siano compatibili con la tutela della salute pubblica.

Questi elementi che dovrebbero già esistere, sono fondamentali ed imprescindibili di fronte al procedimento di valutazione strategica in atto, dovuti in quanto oggetto di prescrizioni di legge in materia specifica; necessari in quanto richiesti in ragione della salvaguardia della salute pubblica. Competenza, questa, degli stessi enti pubblici a cui ci si rivolge.

Nell’Accordo di Programma sottoscritto dal Comune di Novate Mezzola in data 20.10.2014 (10 giorni prima della convocazione dell’assemblea pubblica dove vengono sommariamente presentati gli estremi del progetto Parco Minerario San Fedelino) su proposta della proponente Novate Mineraria srl, e nemmeno altrove non vengono riscontrati i seguenti elementi prescritti dalla L.R. 14 marzo 2003 n.2:

-        Il programma di attuazione degli interventi e delle opere eventualmente articolato in fasi funzionali con l’indicazione dei tempi relativi ;

-        La quantificazione del costo complessivo e di quello relativo alle eventuali fasi di esecuzione;

-        Il piano finanziario con la ripartizione degli oneri;

-        Le modalità di attuazione;

-        Gli adempimenti attribuiti ai soggetti interessati, le responsabilità per l’attuazione e le eventuali garanzie;

-        Le sanzioni per gli inadempimenti;

-        L’istituzione di un collegio di vigilanza e controllo, nonché le modalità di controllo sull’esecuzione dell’accordo;

-        L’eventuale procedimento arbitrale per la risoluzione delle controversie che dovessero insorgere nell’attuazione dell’accordo e la composizione del collegio arbitrale;

chiediamo quindi in quali termini di garanzia debba essere riscontrato l’impegno di Novate Mineraria nei confronti del pubblico, oltre alle semplici parole e promesse. Riteniamo che questi siano elementi fondamentali finalizzati alla valutazione strategica in corso. La mancanza degli elementi sopra descritti preclude la condizione di trasparenza necessaria a poter considerare sostenibile ed attendibile l’esito di VAS nelle condizioni attuali nelle tempistiche dettate dall’azienda privata nei confronti di un procedimento pubblico; ci chiediamo come sia possibile dichiarare la sostenibilità ed il superamento delle osservazioni in termini di impatto di inquinamento ambientale in un contesto che interessa direttamente l’abitato di Novate Mezzola, senza studi tecnico-scientifici atti a dimostrare le conseguenze di tale impatto derivante dall’installazione di quanto previsto alla realizzazione del progetto ed alla sua messa in opera.

In considerazione di quanto specificato sopra, ci è sembrato importante valutare il biglietto da visita e studiare l’assetto societario della proponente Novate Mineraria srl: da quest’analisi consegue che la società a responsabilità limitata possiede € 20’000.- di capitale sociale ed ha registrato una perdita di esercizio per l’esercizio 2013 di € 19’473.- Ha inoltre un’esposizione debitoria per  complessivi € 6’844’695,30 fra i quali verso i fornitori, verso i dipendenti per retribuzioni, verso enti previdenziali dei dipendenti e dei collaboratori, verso INAIL, verso l’erario, verso i sindacati. Sarebbero quindi sempre loro ad “investire” in Valchiavenna nel pieno rispetto della legalità e dell’ambiente; quella stessa azienda che ha continuato ad operare per ben 4 anni dalla scadenza della concessione nel Pian di Spagna! A loro voi amministratori pubblici state consegnando le chiavi della nostra amata valle.

Ed una bella prospettiva per i fortunati 10 lavoratori potenzialmente assumibili che si poterebbero trovare a dover affrontare, oltre alla preoccupazione di ricevere con regolarità lo stipendio, quella riguardante la loro personale salute fisica.

Ma continuando nell’indagine sulla società, troviamo fra i sei azionisti indiretti di Novate Mineraria srl, per il tramite della società azionista al 90% denominata GI.BI. Real Estate srl, il Signor Butti Giovanni e Gilardoni Luciano soci affaristi di Paolo Berlusconi (anche lui azionista di GI.BI.Real Estate srl fino all’anno 2004). Questi nomi non ci sono nuovi, si tratta di due imprenditori di Como con grossi agganci politici. Riportiamo testualmente quanto indicato dal’archivio storico del Corriere della Sera mediante l’articolo del 23 settembre 2002 e Repubblica del 19 ottobre 2009 i due sarebbero infatti stati condannati nei primi anni 2000 con la grave accusa di peculato, “cioè di aver letteralmente rubato denaro pubblico per circa 10 milioni di Euro, ai danni del Comune di Cerro Maggiore e Regione Lombardia nel contesto della vicenda del disastro ambientale della discarica di Cerro Maggiore, dove in pratica i due, dopo la chiusura della discarica (per proteste popolari), avrebbero sfruttato il biogas prodotto dai rifiuti in decomposizione per trasformarlo in energia elettrica e rivenderlo all’Enel”.” Come noto è il drastico provvedimento sollecitato da Pubblico Ministero assunto in via cautelativa in quanto gli inquirenti si dicono convinti che il patrimonio da 130 miliardi di lire sia frutto di una serie di irregolarità contabili che vanno dal falso in Bilancio al riciclaggio di denaro indebitamente sottratto ai contribuenti attraverso la gestione della discarica. Il tutto per creare fondi neri utili a pagare, dicono i magistrati, le mazzette finite anche nelle saccocce di alcuni politici regionali (tre ex Presidenti della Regione – Giovenzana, Ghilardotti e Arrigoni, due ex assessori al Pirellone e Podestà) affinché fossero concesse le autorizzazioni per l’apertura della discarica di Cerro.” Non proprio un bel biglietto da visita a cui consegnare le chiavi del futuro del nostro paese e della nostra valle sulla base di fiducia avvallata, come ripetiamo, da nessun tipo di garanzia formale richiesta alla società.

Ci chiediamo quindi come sia possibile credere che questo progetto, sulla base dei presupposti sopra descritti, possa essere definito di utilità pubblica. E’ di pubblica utilità la rinaturalizzazione delle cave, la produzione del ballast per le massicciate ferroviarie, la creazione di uno spazio adibito a verde pubblico fruibile a scopi didattici, aperta dunque alle scuole o alle visite guidate o simili, sopra un’area fortemente contaminata da elevate concentrazioni di sostanze tossiche? Probabilmente noi abbiamo un distorto concetto di pubblica utilità, oppure diverso è il grado di sensibilità avente ad oggetto l’ambiente e la salute pubblica; concetti che, nella scala dei valori, dovrebbero occupare le prime file. 

Ci chiediamo se la mancanza di così importanti elementi non possa determinare gli enti preposti a proporre lo stralcio della VAS, al fine di colmare le tante lacune e risolvere, una volta per tutte, la questione dell’inquinamento dell’area Falck attraverso l’attuazione di una vera bonifica nonché di intervenire anche alla risoluzione del problema di contaminazione che interessa la discarica del Giumello e del Pozzo di Riva valutando diverse soluzioni di bonifica considerando che:

-        la Regione Lombardia nonché la Comunità Europea stanziano dei fondi proprio per le opere di bonifica, e che questi fondi potrebbero essere messi a disposizione qual’ora gli enti dimostrassero la volontà. La Giunta regionale della Lombardia nella seduta del 7 novembre 2014 ha deliberato, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi, la riprogrammazione dei fondi destinati al "Recupero, bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati".

L’IMPEGNO DI REGIONE - "Dalla prima metà degli Novanta la Regione Lombardia ha bonificato 1.396 siti e ha investito circa 250 milioni di euro che si sommano ai 80 milioni arrivati nello stesso periodo da Roma - spiega Terzi -. Gli interventi programmati oggi sono un ulteriore tassello della sensibilità della Regione in ambito ambientale".

-        Esistono molti metodi alternativi di bonifica che consentirebbero di apporre soluzione alla minaccia costante di contaminazione presente nel territorio interessato dalla discarica del Giumello ed al Pozzo di Riva grazie a nuove tecnologie di bio-risanamento mirati alla riduzione chimica del cromo esavalente a cromo trivalente (eliminando la tossicità di tutte le matrici inquinate) utilizzando reagenti a bassissimo impatto ambientale ed arrivando a prodotti di reazione innocui.

Raccogliendo il messaggio recentemente ascoltato in un discorso affrontato dal nostro presidente Luca Della Bitta: la concretezza è nel DNA delle nostre popolazioni, della nostra gente. Se così non fosse verrebbe meno quella specificità montana che rappresenta sì qualcosa di bello, ma che, se non si traduce in concretezza, rischia di diventare una beffa per gli stessi territori che attendono risposte concrete. E di risposte concrete qui ne servono davvero.

È davvero arrivato il momento che gli enti pubblici non rimangano alla finestra, che non accettino supinamente ed acriticamente qualsiasi progetto che bellamente viene loro propinato, che, per contro, siano essi stessi i veri custodi dei valori comunemente condivisi: quelli legati al territorio ed alla salute della popolazione che in esso vive; Il tutto nell’ottica di un programma di sviluppo futuro. Noi non crediamo che la vostra visione più prossima della nostra valle sia legata ad un’indiscriminata industrializzazione e ad un’assoluta assenza di garanzie per la salute di noi cittadini. Pensiamo, invece, che, anche voi come noi, crediate in una valorizzazione in senso naturalistico del nostro territorio, con sviluppo del turismo quale fonte di ricchezza. Un piano di industrializzazione in una zona di tale rilevanza ambientale, nei pressi dell’abitato, la cui incolumità è già stata compromessa piu’ volte dall’attività estrattiva, rispecchia la deprecabile prassi italiana in cui i giochi di potere dei pochi basati sull’interesse speculativo prevalgono sulla tutela della salute dei tanti, Voi compresi.

Facendo una semplice ricerca su internet si legge:

Il cromo è responsabile di una lunga serie di effetti tossici cronici. Tra questi i più noti sono:

·       Congiutivi e cheratocongiuntiviti croniche

·       Dermatiti irritative, talora ulcerazioni a carico di avambracci, mani e piedi

·       Laringite cronica, bronchite, asma

·       Epatopatie e disturbi a carico del tratto gastrointestinale

·       Rinite ulcerativa, con possibile perforazione del setto nasale

Il cromo esavalente è inoltre un famoso agente cancerogeno per gli esseri umani (gruppo I secondo IARC). Esiste infatti una estesa letteratura scientifica (vedi Bibliografia), dimostrante gli effetti cancerogeni del cromo (VI) sia in esperimenti di laboratorio che come casistica.

Vi invitiamo dunque, qualora foste Voi convinti che non esistano problematiche legate alla dispersione di cromo esavalente ed altri metalli pesanti, a trascorrere un po’ di tempo nelle zone di cui si tratta, a tuffarvi nelle adiacenti acque balneabili (come riporta il cartello che invita alla libera balneazione nel lago di Mezzola), a frequentare la zona lacustre e ad assaporare i frutti delle nostre coltivazioni ed il pesce del nostro lago.

Se abbiamo utilizzato una vena sarcastica era solo per non annoiarVi di fronte ad un quadro per noi, invece, quotidianamente difficile, incerto e di apparente abbandono da parte di chi, invece, ci dovrebbe tutelare.

Ma Vi ricordiamo che Voi qui, proprio perché presenti oggi, siete gli unici responsabili del dramma che noi viviamo e che saremo chiamati a vivere in ragione delle Vostre scelte.  

Teniamo a ringraziare tutti coloro che hanno già aderito alla petizione NO ALLA MODIFICA PGT E AL PARCO MINERARIO SAN FEDELINO rendendo possibile questa serata di confronto dimostrando che il futuro e la risoluzione della problematica Falck dipende da tutti noi. Per questo motivo abbiamo deciso di riaprire la raccolta di adesioni alla nostra petizione presente sul sito change nonché presso i punti di raccolta precedenti fino alla data del 18.02.2015 tempo utile per l’integrazione in VAS.

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021