17/11/2015, 16:44 L’esempio della Valposchiavo, la Smart Valley Bio
Il progetto 100% Valposchiavo enfatizza che più del 90% della superficie agraria è coltivata da aziende con certificazione BIO: unica in tutta la Svizzera ma anche a livello mondiale sono pochi i territori che vantano una percentuale BIO così elevata. Entro il 2017 il progetto prevede il 100% bio, dal fondovalle ai maggesi. Sabato Cassiano Luminati, presidente della Regione Valposchiavo, promotrice del progetto, ha spiegato ai presenti la sua “smart valley bio”, vocata a questo prestigio ma anche bisognosa di far comprendere alla popolazione l’importanza di vivere in un “paesaggio Unesco”, dovuto al suddetto riconoscimento ottenuto dal Trenino Rosso del Bernina che presuppone un’attenzione particolare anche del territorio che circonda le rotaie sulle quali viaggia. Naufragato il progetto Lago Bianco, voluto da Repower, il viaggio verso il 100% bio è tutto in discesa, anche perché i contadini hanno riscontrato una fonte di reddito senza utilizzare antiparassitari in agricoltura, e chi vive il territorio sta acquisendo sempre più consapevolezza. Sì perché Luminati è stato chiaro: solo alla fine ne gode il turismo, non prima di chi vive la Valposchiavo. Il prodotto turistico è chiaramente accattivante, e basta varcare il confine con la Svizzera a Piattamala per rendersi conto che l’ordine, la pulizia e la cura del verde e degli animali non può che arrecare benessere alle persone. La Valposchiavo è una piccola vallata alpina, un esempio per chi vuole superare “le logiche che in agricoltura stanno fallendo”, come ha sottolineato GianMario Folini, il coordinatore della Scuola Ambulante. Folini ha portato anche l’esempio di “slowcooking”, nato in Valtellina: sul menù di un ristorante aderente al progetto, ci sono le indicazioni di dove nascono gli ingredienti dei piatti serviti, a chilometro 0 perlopiù. Lo vorrebbe fare anche Lunimati, e ci riuscirà, proprio perché sta crescendo la consapevolezza anche nei ristoratori che la qualità del cibo è essenziale e sapere da dove arriva sta diventando un valore aggiunto non di poco conto. |
Cristina Culanti
Autore dal
27/10/2021
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