LA TORBIERA DI PIAN DI GEMBRO NEI RICORDI DI MORASCHINELLI

Sentiamo e leggiamo con piacere delle belle e interessanti iniziative in atto alla  “Riserva Naturale Pian di Gembro”. 

Zona che, anche se fuori dal nostro territorio d’Aprica, ha dato lavoro a tanta gente del  paese, senza contare quelli dei dintorni e fuori zona.

Per averne un’idea basta guardare la foto, rara, a me fornita dalla Signora Palma, (foto che, per la sua rarità, ho ritenuto di inserire nel mio “Dizionario d’ d’Aprica. a pag.199).

Per avere un’idea di quanta gente fosse impiegata  in quel lavoro, basta pensare che quelli riprodotti sulla foto sono solo una parte, quelli della ditta Maiochi, zona verso San Pietro, mentre quelli della ditta  Bassi (cui facevo parte anch’io) non sono inclusi, ed erano altrettanti se non di più. 

Che preziose quelle buste paga che portavamo a casa ogni quindici giorni!

Quando per la gioventù non c’erano altre possibilità di lavoro, chiuse le frontiere e ancora lontani i tempi dell’edilizia e del turismo dalla città.

Certo era un pane guadagnato. 

Tutte le mattine, a piedi d’Aprica fino al Pian di Gembro, con mani e piedi immersi nel fango, per ore e sotto il sole di luglio e agosto ma anche quanta allegria regnava, specialmente nella pausa del mezzogiorno!

Se poi capitava la pioggia durante il lavoro, al fischio del capo (Bignotti)

e di corsa a ripararsi entro la baracca, dove quelli di Buglio avevano sempre pronta la fisarmonica e avanti! chi era capace e aveva voglia, ballava.

Se poi in giornata cessava di piovere, con un altro fischio del capo, si riprendeva il lavoro.

Giunta la sera, quelli d’Aprica riscendevano al paese e gli altri erano fortunati se avevano la baita nei dintorni!

 Il resto,  rimaneva nella baracca. 

Al piano superiore c’era un dormitorio, diviso: metà per gli uomini e metà per le donne e lì stabilmente alloggiavano.

Luisa Moraschinelli

(testimonianza diretta per ricordare e non far dimenticare)

(FOTO: RISERVA NATURALE DI PIAN GEMBRO, FESTA 2010)