La vigna, il vino, il territorio

“E’ da un anno che ti ripeto che il progetto è buono, ma tu non mi hai mai dato retta”... ”volevo vede a cosa portava...”, la mia risposta. Quando pochi giorni fa ho letto che l’operazione “adotta una vigna”   sta avendo un seguito intelligente, subito ho voluto sentire cosa ne pensavo Graziano De Meo, sommelier e cultore del lavoro in vigna... Uno di quelli che ti sanno raccontare un vino rapportandosi sempre al territorio dove nasce...  Subito mi fa il nome di Mario Saligari, proprietario dell’omonimo albergo sul lago di Novate Mezzola, che ha deciso di adottare una vigna a Villa di Tirano. “Ha cominciato Beppe Borseri del Sunny Valley di Valfurva,  un anno fa, che subito ha creduto nel progetto “Adotta una vigna”. Era presente Giacomo Mojoli, docente all’Università di scienze gastronomiche di Slow Food...” Terrazzamenti salvi quindi? “Beh direi che è un buon inizio, ora la zona del Valgella è salva ma bisogna pensare a quelle vigne che la gente non vuol più lavorare, che rischiano di “andare a zerbo”. Adotta una vigna significa garantire all’agricoltore il ritiro delle uve, il ristoratore vinifica presso la cantina vinicola Rainoldi ed ecco che avrà vino genuino, che rintraccia il territorio dove è maturata l’uva e non il lavoro di cantina, che spesso offusca questo aspetto... e ai tavoli servirà quel vino... Ora che Tirano è entrata nel coordinamento Città Slow, si avrà maggiore attenzione per questo territorio? Io lo spero, essere Città Slow significa principalmente non abbandonare il territorio, anche per rispetto nei confronti del duro lavoro dei nostri avi. Ci sono ristoratori tiranesi che hanno aderito all’iniziativa? Per ora no, ma è auspicabile che lo facciano, sarebbe bello. Tutti dovrebbero pubblicizzare il vino valtellinese, il vino della casa lo dovrebbe essere sempre. (Mentre parla immerso nella contemplazione della sua vigna, Graziano parla di quegli enormi sassi che compongono i muretti a secco,  creati dai nostri vecchi... Eroici... bellezza paesaggistica senza confronti. E a me torna alla mente il duro lavoro che Pierluigi Bottà faceva per la sua Valtellina, era responsabile della Condotta Slow Food Valtellina... Ora il sogno di Teglio e Tirano Città Slow si è avverato... grazie a lui Mojoli e il presidente Petrini hanno imparato davvero a conoscere questa Valle; a me ha insegnato che con le parole non si arriva da nessuna parte, servono i FATTI, i finanziamenti agli agricoltori, veri manutentori del territorio, iniziative come “Adotta una vigna” ... Grazie Pier...

Data: 07/10/2009