LUISA MORASCHINELLI E IL DIZIONARIO DEL DIALETTO D’APRICA

di Luisa Moraschinelli

 

Eccomi finalmente  a  presentare il mio Dizionario del dialetto d’Aprica..

Sottolineo “finalmente” visto che è dal 2000 che ci lavoro e  “mio” in quanto non rientra fra i grandi dizionari con tutto l’apporto scientifico, ma è la diretta testimonianza, mia personale.

Una scelta non voluta, ma ho seguito la strada iniziata con la mia produzione precedente di pubblicare in proprio (da quando sono andata in pensione). Quindi, anche in questo caso, non  per scelta, ma per forze di cose, non ultima quella di alternare il mio soggiorno fra il paese e l’estero. Impossibile quindi organizzare la ricerca collettiva fra gli anziani del paese.

Risultato? Un dizionario fatto in casa, con farina del proprio sacco, come si usa dire. 

Ho incominciato col fare capo alla mia memoria storica che parte dagli anni 30-40, che è poi il massimo, o quasi cui si può far capo in questo campo. Il fatto poi degli anni di residenza all’estero, non ha danneggiato la mia memoria storica, anzi a detta di esperti,  tenuto conto che la memoria si porta con sé, non la si lascia al paese, la si conserva più integra.

E’ più facile dimenticare quanto fatto l’altro giorno che quello di 40-50 anni fa (da mia esperienza).

L’inizio, nel 2000, è stato faticoso, inconcludente, a differenza dei libri pubblicati, dove ho lasciato libera la mia fantasia; in questo caso, faticavo a trovare parole dialettali per il vocabolario. Dopo vari espedienti, mi è venuta l’idea di tradurre quello che avevo a portata di mano. Ho incominciato dal corpo umano, i suoi attributi, virtù, difetti, dalla casa e il suo contenuto, dai mestieri, dal cibo e via via con, la campagna, le bestie ecc… e in breve è stato come aprire una biblioteca nella mente e,  riempire pagine su pagine, seduta al computer, nella casa che abito, pur stando a Lugano, è stato un giuoco.

Il freno, o per meglio dire la battuta d’arresto, è arrivata  a un certo punto (verso il 2005),  quando ho dovuto dare al lavoro una sua veste tipica del vocabolario. Non era più sufficiente scrivere parole su parole come nei testi precedenti, ma ho dovuto imparare altre forme d’informatica e, se pure con l’aiuto che mi è gentilmente stato dato da esperti del ramo, ho faticato non poco. 

Più volte mi sono ricordata di un verso del Carducci … “e sempre corsi e mai non giunsi il fine”...

E’ il destino di chi non ha avuto la fortuna di sedere a lungo sui banchi di scuola.

Comunque l’intenzione di ricorrere all’esperienza dei vecchi, esaurito la mia risorsa, c’era, ma a quel punto un mio coetaneo mi ha raggelata con l’affermazione in merito: “Interrogare i vecchi? Ma i vecchi siamo noi”.  Infatti dopo qualche sporadico tentativo, mi sono resa conto che noi ottantenni siamo gli ultimi in grado di  dare testimonianza diretta della vita contadina, della guerra, di usi e costumi, ecc... Oggi è possibile arrivare anche ai 100 anni, ma non si può pretendere più di tanto, fatta qualche sporadica eccezione. 

Con questo mio lavoro è quanto posso offrire di testimonianza, il resto lo lascio a chi è più competente e ha altre strade aperte.

Il contenuto: circa 120 pagine di vocabolario, seguono: scutüm  delle famiglie nelle rispettive contrade (quelle che ricordo), modi di dire comuni del nostro paese, qualche esempio di verbi e coniugazioni, un sunto della storia d’Aprica dedotto dal libro di don Egidio Pedrotti. Ho poi inserito diverse mie poesie in dialetto con argomenti sempre inerenti alla vita del paese. L’ho quindi arricchito con mie fotografie di attrezzi contadini. La fotografia di copertina è del noto fotografo Agostino Corvi “Güsta”. 

Preziosa la prefazione di don Remo Bracchi, grande esperto del ramo, che ringrazio.

Non meno prezioso e di cui mi sento onorata è l’apporto del Sindaco d’Aprica,  Carla Cioccarelli.

Infine, ringrazio chi darà la fiducia a questo mio pur modesto lavoro, ma soprattutto mi auguro che lo consultino e lo conservino nelle loro case, quale testimonianza diretta di un passato ormai lontano.

Un grazie anche alla Tipografia Bettini che nonostante sia abituata a realizzare grandi opere in questo genere, mi ha dato fiducia e mi ha sostenuta.

 (Alla RSI, alla domanda: Perché ho fatto la ristampa di Ricordi di guerra? La mia risposta  spontanea: 

“perché questi libri di testimonianza faranno come il formaggio e il vino: più invecchiano,  più diventano buoni)

 

 

 


Data: 01/07/2010
 
01/07/2010, 13:20
Un lungo lavoro che ha dato ottimi risultati

La scrittrice Luisa Moraschinelli è riuscita a dare alle stampe il suo DIZIONARIO DEL DIALETTO DI APRICA DOPO UN LUNGO E ATTENTO LAVORO di ricerca. 

La sua capacità di raccontare il passato e il presente attraverso una scrittura semplice e suggestiva si ritrova anche in questa grande opera.  

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021