POSCHIAVO e i collegamenti viari per Livigno
POSCHIAVO e i collegamenti viari per Livigno

Lancia attraverso Facebook un invito al dialogo il Podestà di Poschiavo, Alessandro Della Vedova, in merito alla questione dei collegamenti viari verso Livigno, sottolineando, sempre attraverso il social, che a seguito della discussione promossa da un giornale locale  si sia “scatenato un uragano sul fronte italiano, con, sembra, senatori, europarlamentari e ambasciatori in assetto da allarme rosso”, stranamente però, sottolinea il Podestà, “nessun rappresentante politico italico mi ha mai contattato personalmente in queste ultime ore per provare a discutere serenamente la questione, come fra l’altro prospettato senza esito da ormai quasi un anno a questa parte”, ribadendo “la mia disponibilità a sedermi al tavolo, se invitato e se desiderata la mia presenza”.

Ma vediamo la presa di posizione di Alessandro Della Vedova:

COLLEGAMENTI VIARI PER LIVIGNO

“Da più parti sono stato sollecitato a prendere posizione pubblicamente in merito alle polemiche sorte a fronte di alcune dichiarazioni espresse nei giorni scorsi, aventi come oggetto i collegamenti viari verso la destinazione turistica di Livigno.

Personalmente ritengo che se Livigno, in maniera del tutto legittima, vuole migliorare i collegamenti verso la propria destinazione turistica deve accettare quale contropartita di mettere in discussione la zona franca. Il fatto che a suo tempo sia stata concessa questa agevolazione non è infatti casuale e va intesa proprio come uno strumento per compensare gli svantaggi dal punto di vista logistico.

Pertanto, o ci sono collegamenti viari agili, e quindi la zona franca quale misura di compensazione non ha più ragione d’essere, oppure si mantiene la zona franca per compensare la relativamente difficile raggiungibilità attuale durante tutto l’anno. Per usare una metafora: o la botte piena, o la moglie ubriaca. Tutte due non va. Infatti, pur riconoscendo il suo sacrosanto diritto di svilupparsi, Livigno non può pretendere di farlo a discapito delle regioni limitrofe, che devono subire il traffico causato dalla zona franca. Mi riferisco in modo particolare allo pseudo turismo “mordi e fuggi” della benzina e dei prodotti extra doganali, che propugnano un modello di business ormai anacronistico. Questo disturba gli abitanti delle regioni circostanti, in un momento storico in cui non si perde occasione di parlare di "cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile", non il resto.

l livignaschi sono molto bravi a fare turismo, quindi penso che se la caverebbero benissimo anche senza la zona franca, che è un vantaggio che mette comprensibilmente tutte le vallate limitrofe in una posizione guardinga e di difesa. Giocando ad armi pari potrebbero invece nascere delle collaborazioni fra le singole destinazioni turistiche nell’area transfrontaliera in oggetto a beneficio di tutti, non di pochi privilegiati.

Che piaccia o meno, è giunto il momento delle scelte”.


Data: 16/05/2016