RIFLESSIONI sulla professione del SOMMELIER
RIFLESSIONI sulla professione del SOMMELIER

Dopo i fasti iniziali, lo svilimento della professione, fino a una nuova primavera per il Sommelier. Se non fosse per gli "imbecilli" ovvero "quelli che scimmiottano tutto e tutti perché il mestiere che hanno deciso di fare è quello di organizzare eventi". O quelli che con la spilletta all’occhiello professano saccenza e confondono il merlot con il nebbiolo.

Di Natale Contini*

Sono passati tanti anni da quando il Sommelier era intento al proprio lavoro, a preparare la sua cantina per offrirla ai suoi clienti. Le sue novità rendevano interessante la cena e consentivano di comunicare il vino con discrezione per un abbinamento ideale con le scelte della serata. Quella discrezione che riempie di sicurezza e di cultura una cena, degli amici insieme che ricevono un valore aggiunto, grazie a questo preparato professionista. Ma poi succede che il professionista sia chiamato a far tutto: apparecchiare, portare i piatti a tavola, prendere le comande del menu e, magari, preparare pure il gelato alla fine. Succede sempre più spesso anche che la Cantina la prepari il proprietario del Ristorante. Questa riduzione di fatto delle competenze del professionista ha portato negli anni quasi alla scomparsa di questa figura professionale nei ristoranti. Per fortuna, l’emancipazione è stata così importante e variegata da arrivare a riconoscere al Sommelier specializzazioni nuove e di grande utilità culturale.

Oggi il Sommelier il Vino lo scrive, lo racconta nel giornale, nelle guide, nei blog o in televisione: un nuovo giornalismo del vino, uno scrittore attento che desta curiosità nei neofiti e nelle persone preparate. Oggi il Sommelier il Vino lo insegna nelle Aule dei Corsi in tutto il Paese. Oggi il Sommelier il Vino lo vende, un Agente preparato senza le approssimazioni di un tempo.

Oggi il Sommelier viene assunto presso le Aziende Vitivinicole, nelle Enoteche, quale consulente per un importante contributo nelle scelte. Oggi il Sommelier ha aperto tanti Wine Bar specializzati, dalla Sicilia al Piemonte, permettendo ai giovani di frequentare un ambiente professionale, con ricerche che soddisfano le curiosità dei frequentatori e consentono loro di passare serate diverse, più interessanti.

In questi trent’anni, apripista meraviglioso è stato Gino Veronelli, la comunicazione del vino è radicalmente cambiata, oggi è di qualità più elevata.

Purtroppo, c’è da registrare che quando nasce e cresce una professionalità di classe, una cultura autentica del parlare e del raccontare il vino nell’ottica di offrire emozioni con mezzi appropriati, eleganti, incisivi, è fatale che affianco nascano come funghi gli imbecilli, quelli che scimmiottano tutto e tutti perché il mestiere che hanno deciso fare è quello magari di organizzare eventi o parlare e scrivere a vanvera vantandosi di aver acquisito un attestato. E qui si manifesta il dramma. In giro si trovano spesso strane “figure” che si vantano e ostentano un sapere imparato in qualche modo su un libro pur magari confessandosi astemi o dichiarando che loro bevono solo vini rossi di una determinata zona. A presto una nuova puntata.

* Già vice Presidente AIS Lombardia e direttore di corsi per sommelier


Data: 01/07/2017