Si ? spento padre Camillo de Piaz
Si è spento padre Camillo de Piaz

Si è spento domenica alle 03.00 all’ospedale di Sondrio Padre Camillo de Piaz, dopo aver passato una serata con l’amico e confratello padre Giorgio Zeini dell’Ordine dei Servi di Santa Maria. I funerali si svolgeranno domani, martedì 2 febbraio, all’interno del Santuario della sua amata Basilica di Madonna di Tirano. Un uomo di grande fede e cultura che ha lasciato un vuoto immenso.  Camillo DE PIAZ è nato a Madonna di Tirano (Tirano, SO)  nel 1918. Frate dei Servi di Maria dal 1934, ordinato sacerdote nel 1941 viene destinato al convento milanese del suo Ordine di San Carlo al Corso, insieme al confratello David Maria Turoldo in vista della loro iscrizione all’Università Cattolica del Sacro Cuore (De Piaz, Lettere Moderne; Turoldo, Filosofia). Nella condizione di frati e di studenti partecipano attivamente alla Resistenza, esperienza che segnerà profondamente la loro vita e motiverà il loro costante impegno democratico. Nel dopoguerra, con un gruppo di amici intellettuali, fondano presso il convento di San Carlo la Corsia dei Servi della quale animeranno per anni l’attività culturale (conferenze, editoria, cineforum, mostre) attorno alla omonima libreria che diverrà un punto di riferimento del mondo culturale cattolico e non, soprattutto durante il Concilio Ecumenico Vaticano II. Per anni padre Camillo ha seguito le attività della Corsia dividendosi fra Madonna di Tirano (al cui convento viene assegnato nel 1957) e Milano. In ambito editoriale ha collaborato nel delicato ruolo di "lettore" con le case editrici Mondadori, Il Saggiatore ed altre, ed è autore di numerose traduzioni dal francese fra cui Agonia della Chiesa? lettera pastorale del 1947 dell’arcivescovo di Parigi cardinale Emanuele Suhard (1948), Il cristo dilacerato di Jean Guitton (1964) e - a richiesta di Paolo VI - l’enciclicaPopolorum Progressio (1967). E’ stato membro della giuria del Premio "Gallarate", del Premio di poesia "Clemente Rebora" e, fino alla mprte, del Concorso Letterario Renzo Sertoli Salis. Dal luglio 2008 collaborava con il mensile "L’AlterNativa locale".Costanti il suo interesse per l’arte e l’impegno per la promozione di buoni rapporti con la vicina valle svizzera di Poschiavo e con il mondo riformato.

Data: 01/02/2010
 
01/02/2010, 16:14
L’ultimo Crocevia scritto per l’Alternativa

 Il Crocevia di Camillo de Piaz, Alternativa locale, dicembre 2009

 

Vengo da due settimane di ospedale, prima nel reparto otorinolarigoiatrico di Sondrio, dal quale abbiamo dovuto trasmigrare in seguito al recente incendio, quindi al Morelli di Sondalo. In ambedue i casi devo riconoscere la bontà e l’efficienza del servizio. 

Servizio, occorre rammentarlo, pubblico, alla faccia dei sostenitori del privato. Un ricordo particolare mi accompagnerà a lungo: quello del mondo delle infermiere. Mi domando ora che cosa ne sarebbe dei dottori – bravi anch’essi, intendiamoci – senza di loro. Non mancherò di ricordarlo ai miei amici medici, ogni volta che se ne presenterà l’occasione.

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Ho potuto seguire, su una rete televisiva serba, la grande parata dei funerali del Patriarca Pavle - il cui nome di nascita era Gojko Stojcevic’ -, serbo di Belgrado. Come mi aspettavo, avendone qualche conoscenza risalente ai tempi di un lontano viaggio nell’Unione Sovietica, la grande sapienza liturgica del mondo ortodosso ha potuto dare, nell’occasione, il meglio di sé. Un evento di cui era inutile ricercare una qualche traccia sui nostri mezzi di comunicazione, a riprova dell’eterno provincialismo che li, e ci, connota. 

Con qualche eccezione dovuta al quotidiano L’Avvenire, forse in conseguenza del suo legame con una struttura, per sua stessa natura internazionale, com’è la Chiesa cattolica.

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Max Horkheimer, filosofo tedesco tra i più rappresentativi esponenti della Scuola di Francoforte - importante avventura della cultura del ‘900 -, esule come tanti altri in una Svizzera. ai tempi ospitale, riassume il senso ultimo di quella grande avventura con un richiamo alla Bibbia e all’amore del prossimo.

Che cosa aspettano certi nostri santoni a rendersene conto?   

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021