Siamo sempre stati un po? grigionesi
Siamo sempre stati un po’ grigionesi

Fa piacere sentire e leggere sui nostri siti  e giornali del fatto che si metta in risalto il nostro rapporto da valtellinesi con i grigionesi, ma un po’ grigionesi siamo sempre stati. Ricordo i primi giorni di lavoro in un ristorante a Berna ancora negli anni ’50. Intenta a fare il mio lavoro il capo cuoco, che nei ristoranti svizzeri è già una autorità, notando che ero nuova mi chiese la provenienza. “Dalla Valtellina” risposti orgogliosa. E lui pronto di rimando: “Ma voi siete dei nostri”. L’affermazione lì per lì mi meravigliò, perché non avevo ancora letto il “Lavizzari” il Quadrio, Cesare Cantù che raccontano la nostra storia, quella dei nostri antenati che hanno operato  per 300 anni con i Grigioni. Storia che una volta conosciuta, mi sono meravigliata che non la si abbia appresa nelle scuole, visto che è quella dei nostri padri, dei nostri antenati anche se con esiti non sempre positivi. Ma non è tutto. Senza arrivare ai tempi della grande migrazione del dopo-guerra, ricordo che da bambini,  i primi nomi di paesi fuori dai nostri, conosciuti, fatto eccezione di “Ventina” che era il luogo dove lavorava il papà nella costruzione della diga, erano: Pontresina, Samedan, St. Moritz, Coira e soprattutto Tusis dove c’era parte della famiglia dei genitori e che poi, la discendenza si è stabilita là. Dunque siamo cresciuti entro i Grigioni. Non parliamo poi del seguito con l’emigrazione personale e in famiglia con dei lacci ancora oggi con nipoti e pronipoti e purtroppo, anche con membri della famiglia stessa, come quelli di tante altre, fratelli e sorelle sepolti in quella terra. Quindi il rapporto c’è e largamente. Da qui a cambiare nazionalità quella è un’altra cosa. Personalmente anche se a dire il vero, per quanto mi riguarda non ci sono confini e per questo non ho mai visto la necessità di cambiare nazionalità, saluto con piacere queste azioni atte a allargare i rapporti con i nostri vicini con i quali, perlomeno nel Poschiavino, dividiamo anche il dialetto, seppur con qualche sfumatura diversa. Se poi pensiamo a quanti svizzeri-valtellinesi abbiamo sparsi in giro tra fratelli, nipoti, pronipoti ecc… il confine è veramente solo un tenue filo. Quindi ben vengano queste iniziative tese a rafforzare i rapporti e a annullare quelle ombre passate in merito; sfogo di chi migrando, aveva delle pretese fuori luogo, di quelli che non sapevano adattarsi e soprattutto non riconoscevano o non riconoscono i vantaggi che abbiamo avuto.


Data: 29/08/2011