Svizzera: stop al nucleare entro il 2050
Svizzera: stop al nucleare entro il 2050

A seguito dell’incidente alla centrale giapponese di Fukushima (il livello di radiazioni potrebbe essere maggiore), la Svizzera sembra decisa ad abbandonare gradualmente l’energia atomica (a tutt’oggi ha 5 reattori, ndr.) entro il 2050.

Lo ha comunicato domenica scorsa, il 17 aprile, il parlamentare Otto Ineichen, del gruppo dei liberali-radicali. 

 

Ma ora la Confederazione si interroga: il 60% dell’energia elettrica in Svizzera è prodotta dalle centrali idroelettriche che forniscono il 95% dell’elettricità.

Si guarda anche verso geotermia e fotovoltaico, che per ora occupano una fetta di mercato pari al 5%. 

 

Il nucleare fornisce in Svizzera un totale del 40% della corrente elettrica, rimpiazzabile, potenzialmente, dall’idroelettrico. 

Ma qui sorgono i primi dubbi: la Confederazione elvetica ha proposto una maggiore protezione delle acque, nel quadro di una revisione parziale dell’ordinanza federale sull’energia: "A questo scopo, entro la fine del 2012 la Confederazione in una raccomandazione fisserà criteri relativi all’idoneità dell’ubicazione per le piccole centrali idroelettriche e per gli impianti eolici". 

Ma il Cantone dei Grigioni, in una nota diramata il 14 aprile scorso, si oppone a tale decisione: "Come scrive nella sua presa di posizione a destinazione della Confederazione, i progetti per l’energia idroelettrica ed eolica devono già oggi rispettare una moltitudine di condizioni di diritto in materia ambientale. Inoltre - continua il comunicato stampa -. Il 1° gennaio 2011 la Confederazione ha posto in vigore una revisione della legge sulla protezione delle acque con disposizioni molto severe. In futuro numerosi progetti già annunciati non soddisferanno perciò i criteri per essere approvati. Inoltre, secondo il Governo alla nuova disposizione proposta nell’ordinanza sulla protezione delle acque manca una base legale". 

 

In Valposchiavo la Repower ha pianificato il progetto Lago Bianco, che prevede la creazione di una centrale ad accumulazione con sistema di pompaggio, con la costruzione di una centrale idroelettrica a Camp Martin.

 

Attraverso lo strumento del referendum i cittadini di Brusio, Poschiavo e Samedan hanno detto sì al progetto. 

 


Data: 19/04/2011
 
19/04/2011, 08:47
Interconnessioni idroelettrico - nucleare

OSSERVAZIONI SUL PROGETTO LAGO BIANCO DELLA REPOWER 

 

di Cornelia Mueller, cittadina di Pochiavo

 

Finora non ho sentito un argomento forte in favore della necessità di costruzione del Progetto Lago Bianco. Sono investimenti grossi a favore della REPOWER che crede di fare un affare con il pompaggio dʼacqua dal Lago di Poschiavo al Lago Bianco. È il suo obbligo di ditta privata di rinvestire i suoi profitti. Finche cʼè energia elettrica a buon mercato sul mercato come lʼenergia atomica e di combustibili fossili, il pompaggio rende.

 

Quanti impianti per la produzione dʼenergia elettrica non inquinativi e con energie rinnovabili si potrebbe costruire con 1,5 miliardi CHF?  Tanti! Esistono varie possibilità della produzione dʼenergia molto interessanti. Per esempio lʼenergia geotermica, lʼenergia marea, lʼenergia a base dʼosmosi della concentrazione di sale sciolto in un liquido, producono energia di banda e costantemente. La produzione dellʼenergia solare fotovoltaica o lʼenergia eolica è meno costante, invece lʼenergia idroelettrica è flessibile e può coprire i punti di consumo. La ricerca sul settore delle energie rinnovabili è molto creativa e si vede delle invenzioni e miglioramenti nuovi abbastanza spesso. 

 

Il Comune Poschiavo riceverebbe dellʼindennità minima che non corrisponde al valore reale dello sfruttamento per 80 anni dei due laghi, dei ruscelli già captati, dei nuovi ruscelli naturali, non toccati e non captati, tutto il versante ovest della Valposchiavo, 6 o più anni di costruzione, dʼinquinamento e di rumore, le perdite dei turisti che cercano tranquillità e natura come di una volta… e non corrispose neanche alla cifra dʼinvestimento o del profitto aspettato. 

 

In più il delta del Cambrena e il Lagh da Caralin del Vadret del Palü si trovano nelle zone protette che sono elencate nellʼInventario Federale dei Paesaggi, Siti e Monumenti Naturali d’Importanza Nazionale (IFP http://bafu.admin/bln/index.html?lang=it, No. 1908 Oberengadiner Seenlandschaft und Berninagruppe, sotto protezione a partire del 1983). Egli scrive: “L’obiettivo dell’IFP è quello di garantire la protezione e la cura della varietà e della specificità paesaggistica svizzera.”. Il Progetto Lago Bianco prevede lʼalluvione del Cambrena Delta per più di 4 metri e la captazione delle acque del Lagh da Caralin bloccando lʼefflusso e creando delle cascate ormai asciutte. Se si prendesse seriamente la protezione IFP, il Progetto Lago Bianco non potrebbe essere realizzato in questa versione. 

 

La mia richiesta in riguardo alla protezione del Vadret Palü / Lagh da Caralin e del Cambrena Delta allʼIFA è stato risposto come segue: “Beim Projekt Lago Biancho handelt es sich um ein laufendes Verfahren, zu welchem wir keine Auskunft geben können. Ich bitte Sie um Verständnis und empfehle Ihnen, sich an die zuständigen kantonalen Behörden zu wenden.“ Lʼe-mail è firmato da Markus Thommen, Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC, Ufficio federale dell’ambiente UFAM, Riparto natura e paesaggio (vedi umwelt-schweiz).  

 

Hans Joachim Schellnhuber, ricercatore sul clima, ha parlato sul DRS1-Tagesgespräch del 20 ottobre delle minacce del gas CO2 per il clima che è prodotto in grande quantità quando sono bruciati combustibili fossili come carbone, gas, petrolio per la produzione dʼenergia elettrica, riscaldamento e traffico. Lui fa un esempio: Mettiamo che Lei prende un aereo e appena a bordo il capitano dice che la probabilità è 90% che questo aereo cade dal cielo. Cosa farebbe? Chiaramente chi è sano di mente uscirebbe di questo aereo. Sulla nostra nave spazio chiamata Terra pretendiamo di niente malgrado della minaccia seria con una probabilità di 100% che il clima aumenterà almeno di 2 gradi e il deterioramento aspettato sarà disastroso per tutti. Ci teniamo alle nostre comodità, e ai soldi con nuovi investimenti negli impianti sulla base dei combustibili fossili come per esempio il carbone. REPOWER ha firmato rispettivi contratti a Brunsbüttel in Germania e sta progettando una centrale a carbone dʼultima generazione in località Saline Joniche (Calabria, Italia)!   

 

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021