VALPOSCHIAVO e VALTELLINA unite per l’ex ospedale di TIRANO
VALPOSCHIAVO e VALTELLINA unite per l’ex ospedale di TIRANO

 

Incontro interlocutorio ieri, lunedì 5 settembre a Poschiavo fra i vertici dell’Asst Valtellina e Alto Lario, nelle persone di Giusy Panizzoli, direttore generale, Rosella Petrali, direttore socio sanitario, e Massimo Tarantola, responsabile del servizio dipendenze aziendale, i vertici del Centro Sanitario Valposchiavo, Guido Badilatti, direttore amministrativo, e Barbara von Allmen, capo infermiera, unitamente a Franco Spada, sindaco di Tirano. Obiettivo era rinsaldare la conoscenza fra operatori di modelli di sanità di montagna transfrontalieri valutando anche la possibilità di aderire al Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2014-2020 Interreg che, per la prima volta, contempla anche un’azione specifica rivolta a iniziative di natura socio-sanitaria. Il fine primario, ristrutturale l’ex ospedale di Tirano.

La dichiarazione di Giusy Panizzoli, direttore generale Asst: "Per un’Asst di confine come la nostra, il confronto con strutture che erogano servizi sanitari e socio sanitari svizzere è importante  in un’ottica di approfondimento di modelli di sanità di montagna diversi. Questi incontri sono molto formativi, credo, per entrambi i partner, italiani e svizzeri, tanto più che forme di collaborazione già sono in essere fra i nostri ospedali e i nostri medici. E a muoverci c’è la volontà di intensificare questi rapporti, in particolare, in questo caso, fra la Valposchiavo e Tirano dove abbiamo una ex struttura ospedaliera parzialmente dismessa che vorremmo recuperare a fini sociali e socio assistenziali, facendone un Prest, Presidio socio sanitario territoriale per l’erogazione di servizi a favore della popolazione fragile o in situazione di disagio".

(Nella foto, da sinistra, Franco Spada, sindaco di Tirano, Rosella Petrali, direttore socio sanitario Asst, Giusy Panizzoli, direttore generale Asst, Guido Badilatti, amministratore Centro sanitario Valposchiavo, Barbara von Allmen, capo infermiera). 


Data: 06/09/2016
 
03/10/2016, 15:01
Idee CONCRETIZZATE

L’idea è stata concretizzata nella manifestazione di interesse a partecipare al bando presentata, congiuntamente, fra giovedì e venerdì scorsi, dalla capofila di progetto italiana, Asst Valtellina e Alto Lario, e dal capofila partner svizzero, Centro Sanitario Bregaglia (costo del progetto,1 milione e 337mila euro) in un caso, e Centro Sanitario Valposchiavo (costo del progetto 1 milione e 990mila euro) nell’altro.

Le dichiarazioni:

Giusy Panizzoli, direttore generale Asst ValtLario: “Fondamentale, per noi, questo confronto, utile ad avviare forme di collaborazione concrete, pur su sistemi sanitari profondamente diversi. Tuttavia ci crediamo, anzi, siamo certi si tratti di una strada non solo praticabile, ma da praticare, intensificando e istituzionalizzando, anche tramite convenzioni apposite, i rapporti già in essere e introducendone di nuovi”.

Anna Lisa Fumagalli, direttore del presidio di Chiavenna: “Puntiamo a forme di cooperazione per la gestione di interventi in emergenza e urgenza sull’asse Chiavenna-Promontogno, con adeguamento strutturale e tecnologico dell’ospedale di Chiavenna, a condividere e sviluppare percorsi di assistenza di pazienti fragili, e percorsi di formazione degli operatori sanitari italiani e svizzeri. In tandem, poi, anche, con l’ospedale di Samedan, vorremmo sperimentare modelli a sostegno del percorso nascita, a partire dalla promozione di corretti stili di vita rivolti alle donne in gravidanza, fino alla realizzazione di un centro per la formazione degli operatori sulla gestione delle emergenze ostetriche tramite simulatore, per garantire il mantenimento delle capacità di intervento dentro un contesto caratterizzato da bassa natalità”.

Rosella Petrali, direttore socio sanitario: “Sul fronte Tirano-Valposchiavo si punta ad ottimizzare la presa in carico, sul territorio, delle persone fragili. Per parte nostra con particolare riguardo alla realtà ex ospedaliera di Tirano dove, oltre a mantenere i servizi esistenti a beneficio dei disabili, vorremmo ristrutturare il terzo piano dello stabile per collocarvi 20 posti letto per cure intermedie, cioè per quei pazienti che hanno superato la fase acuta, ma hanno ancora bisogno di assistenza, oltre a collocarvi ulteriori ambulatori specialistici, concentrarvi i servizi amministrativi territoriali, e farne la sede del personale sanitario impegnato sul territorio”. 

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

06/09/2016, 15:01
Sanità di confine

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Cristina Culanti


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27/10/2021