A2A pensa all'aria. Ma L'ACQUA?
A2A pensa all'aria. Ma L'ACQUA?

A2A ridurrà del 46% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030: la Prima multiutility in Italia ad aver ottenuto la validazione del target delle emissioni da parte di Science Based Targets initiative (SBTi).

Gli obiettivi: 

- Azzeramento delle emissioni di gas a effetto serra da consumo energetico entro il 2024;

- I nuovi obiettivi di decarbonizzazione allineati all’Accordo di Parigi Milano, 26 marzo 2020 - A2A ha deciso di rendere più ambiziosi i propri obiettivi di decarbonizzazione allineandosi con la traiettoria 2°C definita dalla COP21 (Accordo sul Clima di Parigi del 2015) nel prossimo decennio. 

- Il percorso di decarbonizzazione di A2A prevede, al 2030, una riduzione del 46% delle emissioni dirette (Scope1) di gas effetto serra per chilowattora prodotto, rispetto al 2017 (emission factor al 2030 pari a 230 gCO2/kWh). 


Data: 27/03/2020
 
05/04/2020, 15:00
Un silenzio assordante

Dighe 

di Narciso Zini 

C’è la legge regionale, quindi abbiamo risolto i problemi. Mi sorprende e delude il silenzio sul tema, perchè non se ne parla? Insisto, con la legge non si è ottenuto nulla. Dove, come e quando il territorio sarà direttamente coinvolto? Non attraverso enti intermedi, ma con facoltà di portare in discussione, criticità e necessità che cambiano a seconda della collocazione geografica. Si insiste a parlare di canoni che significa sfruttamento. Credo sarebbe meglio parlare di ACQUA e di quale debba essere il suo utilizzo, tenuto conto delle aree, la loro tipicità, gli interessi economici e produttivi della gente che vive in quei siti.

Cristina Culanti


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27/10/2021

01/04/2020, 17:36
Promesse

Sul web impazzano i commenti, ne riportiamo uno su tutti: "Ricordiamoci questi annunci, RICORDIAMOCELI!E soprattutto ricordiamoci di chi li fa e li farà, in pompa magna, sulle testate locali a "reti unificate" ! "Abbiamo creato le condizioni per avviare un "nuovo patto" con i territori... "
Cristina Culanti


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27/10/2021

01/04/2020, 09:04
La legge

Approvata dal Consiglio regionale la nuova legge sull’idroelettrico che, per espressa volontà della norma nazionale, doveva essere approvata entro il 31 marzo 2020.

L’assessore Sertori: "Con l’approvazione di questa legge si creano le condizioni per avviare un nuovo patto con i territori interessati dai grandi impianti idroelettrici. Il Consiglio Regionale ha saputo cogliere questa opportunità che consentirà ai territori interessati dalla presenza di derivazioni, impianti e infrastrutture a scopo idroelettrico, di avere benefici in termini economici, di occupazione e di servizi".

 Il percorso legislativo

"Dopo 20 anni di inadempienza dello Stato - aggiunge Sertori - che non ha permesso di espletare le gare per il rinnovo delle concessioni scadute, con una legge illuminata su spinta di Regione Lombardia, nel 2018 lo Stato trasferisce la proprietà delle dighe alle Regioni e conferisce autonomia alle stesse per determinare, attraverso legge regionale, i criteri di gara. Dopo un anno dopo, la Lombarda approva la legge sulla cessione di energia gratuita e infine, oggi, all’approvazione della nuova legge lombarda sull’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche. Questa è la dimostrazione che autonomia significa efficienza".

Un risultato che l’assessore Sertori non esita a definire ’storico’. "Con lo stesso approccio - prosegue - affronteremo i prossimi passaggi con l’approvazione dei regolamenti e degli atti amministrativi necessari a dare attuazione alla legge e ad avviare le gare per le concessioni scadute entro i prossimi due anni, per l’assegnazione entro dicembre 2023".

Oltre l’80% degli introiti ai territori

La norma regionale definisce il canone di concessione secondo i criteri introdotti a livello statale, articolandolo in una parte fissa, che la Lombardia ha stabilito in 35 euro al kW, e in una parte variabile in relazione alla produzione. Quest’ultima è stata fissata nella misura di almeno 2,5%. La legge statale prevede inoltre il trasferimento annuale alle Province e alla Città metropolitana, sul cui territorio insistono gli impianti, di almeno l’80% del canone introitato dai concessionari. Percentuale che diventa del 100% per la Provincia interamente montana di Sondrio.

La legge regionale votata oggi stabilisce i criteri di valutazione per l’assegnazione delle concessioni alla loro scadenza, i requisiti in sede di gara, gli interventi di efficientamento degli impianti, di compensazione ambientale e territoriale nonché di carattere sociale, formativo e occupazionale dei territori interessati. La legge prevede inoltre una serie di obblighi nella gestione delle acque invasate finalizzati a garantire il livello minimo di acqua per i livelli dei laghi, l’agricoltura e l’ambiente.

Così applichiamo l’autonomia

Una legge articolata, dunque, che secondo l’assessore Sertori "sancisce un principio fondamentale di autonomia, declinato però ad un concetto sussidiario volto a dare risorse, legittimazione e forza ai territori che sono interessati da questi grandi bacini. Daremo la dimostrazione che attraverso questo sistema riusciremo da un lato ad efficientare la produzione di energia "pulita" e dall’altro a trovare una compensazione economica con i territori".

Gettato basi per creare perequazione sui territori montani

"La legge crea tutti i presupposti per istituire "un nuovo contratto" tra coloro che gestiranno i grandi impianti e genererà energia e le comunità che vivono sui territori che li ospitano e getta altresì le basi per creare una situazione di perequazione verso i territori montani che come é noto devono far fronte a un costo più alto dei servizi rispetto alla pianura. E andremo a farlo utilizzando una risorsa generata dalla montagna stessa", conclude Sertori. 

Cristina Culanti


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27/10/2021

27/03/2020, 14:00
Scadenze

Grandi centrali idroelettriche ai territori?

Il progetto di Legge regionale approvato a inizi marzo dalla Giunta lombarda stabilisce le procedure con le quali la Regione effettuerà l’assegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche alla loro scadenza, nonché stabilisce i valori dei canoni fissi e dei canoni variabili. La norma regionale disciplina i requisiti per poter partecipare ai bandi di gara e i criteri di valutazione per la scelta del concessionario, che tengono conto degli aspetti economici e progettuali. Nei criteri di valutazione, tra gli altri, gli interventi di efficientamento degli impianti, di compensazione paesaggistica e territoriale, capacità gestionali, compensazioni di carattere sociale, formativo e occupazionale dei territori interessati, con particolare attenzione per i giovani. Il pdl prevede altresì una serie di obblighi nella gestione futura, tra questi l’utilizzo delle acque invasate per sostenere le portate dei corsi d’acqua, i livelli dei laghi ai fini ambientali e agricoli, o per fronteggiare le eventuali situazione di crisi idrica, e il riassetto territoriale e viabilistico. Molti dei criteri e degli obblighi sono riferiti ai bacini idrografici sui quali insistono le centrali.

Ora si attende l’iter delle Commissioni fino ad approdare in Aula per l’approvazione definitiva del testo entro il 31 marzo 2020. 

(clicca sull’immagine per maggiori informazioni circa gli obiettivi di A2A) 

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021