AFFARI enormi, ma DAVVERO
Rinnovo ai vecchi concessionari oppure si parte con indizioni delle gare? Il Sole 24Ore il 28 gennaio 2024 ha pubblicato un articolo in merito, mettendo in rilievo alcune criticità, evidenziando inoltre che “le norme in vigore non chiariscono come valutare gli asset diversi dalle opere bagnate (come i macchinari) per le quali il concessionario chiede un riscatto, con un rischio di un danno economico ingente. Le gare richiederanno tempo, poi ci saranno sicuramente ricorsi su ricorsi e quindi ci vorranno anni per riassegnare le concessioni. Massimo Sertori, sempre al Sole24Ore: “La considerazione di queste complessità assieme alla necessità di accelerare lo sviluppo di fonti rinnovabili e di fare fronte all’emergenza idrica ci ha portato a fare riflessione sulla necessità di introdurre, oltre alle tre casistiche previste dalla legge del 2018, anche una quarta possibilità. Questo percorso consiste nel chiedere al concessionario uscente la disponibilità ad aderire a richieste dell’amministrazione nel fare nuovi investimenti a proporre idonee compensazioni. L’obiettivo è riassegnare le concessioni all’uscente con nuove clausole contrattuali e ottenendo per i territori ritorni economici e compensazioni territoriali ed ambientali comparabili a quelli che si sarebbero ottenuti in condizioni di mercato. Se nel confronto con il concessionario la regione non trova una sintesi accettabile, allora si procede con l’assegnazione attraverso le altre tre tipologie già ora previste. Se la trattativa va a buon fine questo percorso ha il pregio di evitare i contenziosi tra amministrazione ed ex concessionari e determinare valutazioni economiche convenienti per l’amministrazione. Oltre a far partire importanti investimenti in tempi molto più rapidi". Le concessioni Bruxelles già nel 2013 si sosteneva dovessero essere messe a gara, ma l’Italia sembrava (ieri come oggi?) vedere con favore la rassegnazione delle grandi infrastrutture alle aziende che gestiscono gli impianti da anni, prorogando di vent’anni la scadenza dei loro permessi con l’obiettivo di favorire gli investimenti nella principale fonte di energia rinnovabile del Paese”. Uncem è in campo e chiede un intervento: "Sull’idroelettrico Uncem chiede al Governo e al Parlamento di intervenire. Che siano proroghe agli attuali concessionari, o gare per individuarne nuovi, occorre dare alle Regioni tempi certi per agire come previsto dalla norma vigente che "regionalizza" le concessioni scadute o in scadenza. In ballo vi sono miliardi di euro, di investimenti, di "ritorni" per i territori, di opere compensative, di nuove opere, compresi nuovi invasi. I tavoli regionali sulla materia devono marciare più veloci e consentire pieno ruolo agli enti locali di territori ove sono presenti impianti".
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Data: 31/01/2024
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17/10/2024, 10:15 No alla colonizzazione
L’intervento del presidente nazionale Uncem Marco Bussone:"Evitare che avvenga una colonizzazione dei territori, con imprese da tutto il mondo che vengono a prendersi dighe e invasi nella fase di gara. Il rinnovo delle concessioni, come è stato impostato, ha certamente dei rischi per questi asset che le Regioni, da oggi al 2029 vogliono mettere a gara. L’arrivo da Paesi extra UE, previsto dal Sole 24 Ore, di grandi gruppi coperti da enormi fondi di investimento e non solo, deve essere controllato. Golden power per l’idroelettrico, o altri strumenti, devono essere concretizzati dalla politica. Anche evitando le gare, come Francia e Austria, con proroghe a fronte di garanzie di investimenti e ’ritorni ai territori’ dati dalle imprese attualmente concessionarie. Non possiamo fare errori, le istituzioni non devono sbagliare, non sbaglieranno, ci crediamo, e devono concretizzare soluzioni in linea con altri Paesi UE. Coinvolgendo Comuni, Unioni, Comunità montane. Non siamo spettatori. Ed evitiamo nuove colonizzazioni". |
cristina
Autore dal 14/05/2009
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14/10/2024, 08:45 Timori infondati
La scorsa settimana, Jonni Crosio, figura di Fratelli d’Italia, ha messo in evidenza una questione che suscita non poche apprensioni: quella delle concessioni idroelettriche. A tale riguardo, è intervenuto Ezio Roppolo, coordinatore nazionale del comitato per il grande idroelettrico, per fornire una risposta a queste preoccupazioni. Preoccupazioni queste, rispedite subito al mittente dal comitato per il grande idroelettrico il cui coordinatore nazionale Ezio Roppolo ha invece ribadito per l’ennesima volta come l’indizione di gare per assegnare le concessioni scadute sia la strada giusta e soprattutto come la paura delle multinazionali straniere lasci il tempo che trovi viste anche le gestioni e la situazione attuali. "Sulla base dei propri obiettivi aziendali, molti operatori del settore idroelettrico con le loro associazioni imprenditoriali hanno creato nel tempo una narrazione “anti-concorrenziale” fondata su alcuni elementi di fatto, ma sostanzialmente fake, dedicata unicamente a favorire i propri interessi senza alcun riguardo per quelli degli “stakeholder”. Non vengono tenuti nel minimo conto in questa narrazione gli interessi degli “interlocutori esterni”, in particolare quelli dei territori su cui gravano gli impianti e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse (l’acqua), tanto meno il portafoglio della clientela. Tuttavia, maggioranza politica, esponenti di governo e persino rappresentanti a qualsiasi carica eletti da quei territori “abboccano” e a volte addirittura sostengono questa narrazione, forse ingenuamente, di certo senza minimamente approfondire la complessità dello scenario da un lato e dall’altro le semplici esigenze dei pubblici citati ovvero della grande parte dell’elettorato, ne abbiamo esempi recenti in Valtellina, ma in genere in tutte le Regioni. Eppure, non serve Einstein per comprendere che lo spauracchio dello straniero che viene a banchettare a casa nostra non esiste, sia perché una certa fetta della torta se la sono presa da tempo, sia perché il resto della torta alla faccia dei cittadini se la stanno mangiando da un secolo prima i privati, poi lo Stato (Enel), alcune municipalizzate e poi di nuovo i privati, che a volte sono persino più avidi quando di proprietà pubblica. Eppure, basta saper fare di conto per comprendere che la necessità di infinite proroghe delle concessioni è una favola grande come una mongolfiera a fronte della cicciosissima redditività dell’idroelettrico, sia perché gli investimenti sbandierati in ogni occasione sarebbero già realizzati ed ammortizzati da gestioni avvedute nelle innumerevoli proroghe già godute. Eppure, basta spigolare le rassegne stampa per notare che in ogni angolo di Italia le manutenzioni spesso sono superficiali e lasciano spazio a paurose lacune per la sicurezza del lavoro e/o dei territori circostanti gli impianti: magari non siamo alla vigilia di nuovi Gleno o Vajont, ma di sicuro Suviana non è un caso isolato. In conclusione, i comitati locali in tutti i territori montani sono pronti a delineare i reali scenari che rendono opportune e imprescindibili le gare per i rinnovi delle grandi derivazioni idroelettriche purchè la politica e i grandi media fossero davvero disponibili a prendere atto delle realtà e se le amministrazioni si rendessero disponibili a considerare, oltre alle veline degli industriali, anche suggerimenti per la protezione dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente dei territori stessi". |
cristina
Autore dal 14/05/2009
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12/10/2024, 06:45 Scadenze
Il 18 ottobre si avvicina, e con esso la scadenza per le prime due gare di concessioni idroelettriche in Lombardia.
Si tratta degli impianti di Codera Ratti-Dongo, con una potenza di 19 MW, e Resio, di 4 MW, attualmente sotto la gestione di Edison e A2A. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, tra i gruppi che mostrano interesse per queste concessioni figurano la ceca Eph, operante in Italia attraverso Ep Produzione, e la svizzera Bkw, la quale può vantare una rete di 50 centrali idroelettriche tra Svizzera e Italia.
Non va dimenticato nemmeno il gruppo australiano Macquarie, che ha recentemente ceduto la sua partecipazione in Hydro Dolomiti Energia e potrebbe rientrare tra i potenziali contendenti per la gestione di queste risorse idriche. |
cristina
Autore dal 14/05/2009
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04/04/2024, 03:43 Un passo IMPORTANTE
Pubblicate le ordinanze della Corte di Cassazione - Sezione Unite Civili che rigettano i ricorsi di A2A e Edison rispetto alle deliberazioni di Regione Lombardia sulla prosecuzione in via transitoria nell’esercizio delle derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico nonché la determinazione della misura del canone aggiuntivo. Una posizione già sostenuta dal Tribunale Superiore delle Acque pubbliche. Il Comitato del grande idroelettrico della provincia di Sondrio: "Quanto dice la Cassazione ricalca quello che sostiene il comitato. Le concessioni sono scadute e i beni bagnati sono nella disponibilità della Regione. Non ci sono motivi per non andare ad un rinnovo con procedure di evidenza pubblica per ottenere più vantaggi per ambiente e territori montani. A meno che la strategia non sia quella di andare avanti con i permessi temporanei chiedendo man mano qualche euro in più - concludono i rappresentanti del comitato -. La prosecuzione temporanea è un grosso vantaggio per i concessionari scaduti e non si capisce perché queste aziende non vogliono pagare quanto dovuto. Se fossero aziende vicine al territorio dovrebbero pagare tutto il richiesto ed investire parte degli utili per portare lavoro in montagna dove sfruttano la risorsa per produrre energia. Ci preoccupa questo silenzio assordante su questi pronunciamenti. I territori hanno bisogno di queste risorse e di un piano per spenderle al meglio". |
cristina
Autore dal 14/05/2009
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