ARGENTA AMMANCO FINANZIARIO DI TERRE SRL
ARGENTA AMMANCO FINANZIARIO DI TERRE SRL

Il ricorso della dipendente viene respinto: non ha spiegato il buco contabile da 50mila euro   «Gestione disordinata» Ma non si esclude il dolo

28 NOVEMBRE 20183ARGENTA. Nella migliore delle ipotesi la direttrice di Terre srl ha gestito le casse del sistema ecomuseale di Argenta «in modo confuso e disordinato», ma non si può nemmeno escludere, «stante la totale assenza di qualsiasi spiegazione, che si sia appropriata delle somme contanti che era suo compito prelevare presso il museo e lo Iat e versare in banca».

Nessuna spiegazione

Per il giudice del lavoro del tribunale di Ferrara Alessandra De Curtis il licenziamento della dipendente comunale Monica Guerra, avvenuto a seguito di un ammanco di oltre 52mila euro, deve ritenersi legittimo. L’ammanco era emerso nel marzo del 2017, dopo una verifica contabile. Il denaro derivante dai biglietti e dalla vendita dell’oggettistica veniva consegnato in busta chiusa alla Guerra, e lei sola aveva la delega per il versamento in banca. Chiamata a rispondere delle anomalie riscontrate, Guerra aveva inizialmente assicurato che avrebbe sistemato la cosa, ma non era poi stata in grado di fornire alcuna spiegazione convincente del “buco” contabile. Da qui il licenziamento, a cui la ex dipendente aveva fatto ricorso. Il procedimento, che vedeva come parti contrapposte Terre srl (società in liquidazione), Soelia e il Comune di Argenta, si è concluso dunque con la conferma della legittimità del licenziamento per giusta causa, disponendo inoltre per la Guerra il pagamento delle spese processuali.

La dipendente si era difesa sostenendo di non avere responsabilità della contabilità e dell’amministrazione, circostanza negata dallo stesso contratto di assunzione.

Le omissioni

Nella sentenza in cui respinge il ricorso, il giudice ritiene dunque «evidente la responsabilità della direttrice di Terre srl la quale, contravvenendo ai propri doveri, gestendo la tenuta delle cassa del sistema ecomuseale e la documentazione delle entrate e delle spese a esse inerenti nonché la documentazione di Ca’ Anita in modo confuso e disordinato, omettendo di eseguire i controlli tra i registri corrispettivi e le buste di denaro contante, ha consentito il verificarsi dell’ammanco addebitabile. Né certamente può escludersi, allo stato attuale, che si sia appropriata di una parte delle somme». —


Data: 29/11/2018