Artist in residence a POSCHIAVO, ? la volta di Peter DENNETT
Artist in residence a POSCHIAVO, è la volta di Peter DENNETT

Intervista a Peter Dennett
 a cura di Cornelia Müller

UNCOOL – Artist in residence a Poschiavo

 

SCIENCE MEN – UOMINI DI SCIENZA arte e fotografia
 Galleria Pgi Poschiavo
Vernissage 28 giugno 20:30 / Mostra 29 giugno – 5 luglio 2013 14 – 18

Benvenuto a Poschiavo, Peter Dennett. Mi piacerebbe che tu mi parlassi di musica e d’arte. Che cos’è la musica? E l’arte? Come funzionano musica e arte?

Peter Dennett: “Musica e arte permettono di superare la misteriosa soglia del subconscio, ricettacolo di eternità; sono un modo di comunicazione universale che funziona anche se non ne capisci completamente il contenuto, la lingua oppure le influenze. Così un pezzo di musica o un’opera d’arte esplorano la tua anima attraverso vibrazioni sonore e frequenze di luce che ti proiettano nel vasto regno delle esperienze emozionali e dell’immaginazione, dove musica e arte regnano con proprie leggi spaziotemporali. Potremmo chiamarla una sinergia tra realtà e fantasia, un qualcosa oltre la facciata dell’ordinario, uno sguardo unico su una mappa percettiva di livello superiore. Ma anche una sensazione relativa a una dimensione soprannaturale, un vedere con gli occhi della mente, un racconto che viene dal futuro, dal passato. E nel mondo di oggi, dove tutto è possibile, ci serve una nuova visione auratica che ci prende per mano e ci conduce in un mondo sconosciuto, ben oltre noi stessi.”

Hai degli interessi particolari in relazione alla musica e all’arte?

“Secondo me arte e musica sono le massime forme di espressione. La musica ha il potere di guarire, di risollevare e di educare; è capace di ristabilire la pace interiore, gioia e contentezza; è una forma di meditazione capace di sradicare e trasformare sentimenti di negatività e aggressione. Non conosce confini e come il vento è libera a tutti; una festa per cuori e anime che esiste da decine di millenni e che continuerà per tanti millenni ancora. È un privilegio di essere nati in questi tempi che ci permettono di accedere liberamente ad archivi sonori. Ci sarebbe ancora molto da dire sulla musica – sui suoni, sull’arte. Essa è una componente essenziale del nostro essere in questo tempo, delle storie che vogliamo raccontare, dei posti che vogliamo visitare in compagnia di altre persone; è una forma di elevazione spirituale, no?”

La tua prima passione – la musica – l’arte?

“È una domanda difficile. Musica e arte – arte visiva – si incontrano e compenetrano là dove parliamo di onde, di frequenze – sonore e di luce. Quando ero bambino c’era una sola materia in cui ero bravo e che mi salvava: arte e disegno. Almeno in questa materia portavo a casa delle belle note e di tanto in tanto sentivo un “Wow, è forte!”, così da rendermi conto che non ero una frana totale. La scuola per un dislessico come me fu un osso duro; in effetti non si tratta d’altro che un modo particolare di visualizzare le parole, ma a quel tempo non c’era la sensibilità di oggi per questo fenomeno. Più passano gli anni e più ho l’impressione di sognare musica: sento i ritmi che vorrei mettere in musica, e qualche volta sento gli spiriti che mi cantano oppure Sun Ra che suona il suo pianoforte – davvero, lo sento – come se fossi realmente stato invitato ad una performance privata. Anche se rischio di essere preso un pò per suonato, dico che la musica è per me fonte di visioni; si tratta solo di essere aperti e dare spazio alle idee. La musica crea un mondo di luce e immaginazione pure che mi coinvolge; una dimensione di libero pensiero, di astrazione priva di limiti e costrizioni che con il suo battito e ritmo provenienti da civilizzazioni antiche mi invita a penetrare il loro mondo, un mondo che tutt’oggi esiste in una dimensione alterna. Queste scintille di luce che arrivano dal futuro sono tanto magiche quanto difficili da descrivere: mandate indietro per dirmi che anche l’infinito è un posto bellissimo per dimorare.”

Quando hai iniziato a produrre dischi con l’etichetta ART YARD?

“La motivazione? Ho fondato la casa discografica Art Yard nel 2004, dopo aver collaborato per alcuni anni con diverse etichette londinesi in qualità di freelancer occupandomi di design e di restauro di materiale sonoro, oltre a ricevere l’incarico di comporre la colonna sonora per qualche produzione televisiva o di scrivere la partitura per un’incisione. E per arrotondare le entrate il finesettimana mandavo avanti un piccolo negozio di jazz. Ancora prima ho collaborato con Alton Abraham della Saturn di Chicago occupandomi delle ricerche sui diritti d’autore. Questo è il bagaglio che mi ha permesso di mettere in piedi Art Yard. La musica di Sun Ra mi è sempre stata vicina e volevo rilanciare uno dei suoi album “Disco 3000”. Fu un lavoraccio rintracciare i nastri originali che contenevano più di un’ora di materiale inedito; un vero colpo di fortuna, grazie anche all’aiuto di Marshall Allen e dell’Arkestra. L’etichetta è sempre stata indipendente anche finanziariamente, ma ciò non è mai stato semplice e la mole di lavoro è sempre stata ingente. Comunque in barba a tutte le difficoltà non ho mai mollato e ho portato avanti quest’avventura per dieci anni; credo davvero che sia un piccolo miracolo. Continuo la mia libera collaborazione con varie case discografiche e ora collaboro con la band Kool and The Gang per quanto riguarda i diritti d’esecuzione. Con l’Art Yard ho in programma il lancio di altre perle, non solo brani inediti di Sun Ra, ma per ora non svelo ancora nulla.”

Cosa mi dici del rapporto tra natura e musica, tra natura e arte?

“Secondo la mia opinione non c’è separazione tra natura e arte, tra natura e musica. Nell’arte c’è natura, come nella natura c’è arte (natura > terra = in inglese “earth” > “eARTh”), e in alcune lingue “arte” e “terra” sono termini vicini, nel senso che il primo è derivato dal secondo. La musica si manifesta sotto molteplici forme e trae la propria ispirazione da tutte le emozioni, inclusa la tristezza che è a tutti gli effetti una modalità naturale d’espressione. Inoltre la natura è un ciclo in perenne rinnovamento, esattamente come l’arte e la musica che attraverso le generazioni rinascono e si rinnovano in più forme. Per molti versi siamo tenuti a guardare al passato in modo di progredire. Per i miei lavori artistici faccio spesso uso del computer che rappresenta la parte “artificiale”, ma inserisco pure fotografie e disegni: il formato multimediale è per me il miglior modo di realizzare le mie idee. In ogni modo fare arte e musica è tanto naturale come ridere e piangere. La natura è colma di bellezza: il cielo e le stelle, gli alberi, i boschi e le montagne, i suoni e le sensazioni del vento e del mare – tutte cose delle quali si sente la mancanza quando si vive in città. Essere confrontati con la natura e le sue forze può rivelarsi un’esperienza salvifica e ciò può valere pure per certe forme musicali e artistiche.”

Molte grazie, Peter.

 

 


Data: 24/06/2013