Autonomia di Valtellina e Valchiavenna
Autonomia di Valtellina e Valchiavenna

Il Presidente di Autonomia di Valtellina e Valchiavenna Andrea Mostachetti chiede alla politica locale “uno slancio di concretezza e di serietà a favore delle nostre valli”…

“Già un mese fa l’associazione Autonomia di Valtellina Valchiavenna aveva supportato e predisposto cinque proposte concrete per  il territorio. Due sotto forma di emendamenti dal senatore Mauro Del Barba e dai senatori  del  Trentino-Alto Adige/Südtirol  che proponevano la concessione di particolari condizioni di autonomia per i territori interamente montani  e confinanti con i paesi stranieri e anche per quanto riguarda l’elezione degli organi di governo. In aggiunta avevamo chiesto che la Valtellina Valchiavenna fosse inserita espressamente in Costituzione tra i territori soggetti alla specificità montana e che all’ente di area vasta per i territori interamente montani fosse riconosciuto il rango di ente territoriale così da dotarlo di funzioni fondamentali. Infine, avevamo proposto che fosse riconosciuta a questo ente di area vasta la competenza amministrativa al rilascio delle concessioni per la derivazione, all’utilizzazione delle acque pubbliche e alle risorse derivanti dal pagamento dei canoni demaniali. Quest’ultima nostra richiesta è stata trasformata successivamente in emendamento grazie al senatore Mauro del Barba e dai senatori autonomisti del  Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Ciò nonostante questi emendamenti non hanno trovato supporto all’interno della Commissione Affari Costituzionali, pur potendo essere riproposti in questi giorni in Senato per la votazione del ddl costituzionale n. 1429.

Apprendiamo soltanto oggi, inoltre, dal quotidiano la Provincia e dai siti di partito che il senatore della Lega Nord Jonny Crosio ha presentato un emendamento  in cui propone per la ex provincia di Sondrio lo stesso status delle autonomie di Trento e Bolzano.

Il testo specifico è invece omesso dagli articoli. Analizzando il dettaglio sul sito del Senato viene da commentare “molto rumore per nulla”. Crosio propone con l’emendamento 29.14 la modifica dell’art. 116 della costituzione riconoscendo a Sondrio e Belluno particolari condizioni di autonomia sulla base di uno statuto da approvare con legge costituzionale, equiparandole a Trento e Bolzano.

Non capiamo perché presentarla questa proposta all’ultimo momento e non mesi fa, in una finestra temporale, quella della discussione  in commissione, chiusa da tempo. A meno che non si tratti che di una mera mossa elettorale, una battaglia di visibilità e testimonianza senza nulla di concreto.

Crediamo che si tratti davvero di questo, infatti Crosio e gli altri firmatari omettono diverse cruciali osservazioni. In primo  luogo la (ormai ex) Provincia di Sondrio non è una regione e nemmeno fa parte di una regione a statuto speciale come Trento e Bolzano, ma fa parte di una regione, la Lombardia a statuto ordinario: come farebbe una Provincia Autonoma a stare all’interno di una regione senza che una legge di rango costituzionale ne disciplini il rapporto?

Forse Crosio pensava alla via della secessione dalla Lombardia e alla creazione di una nuova regione, ma allora la procedura, costituzionalmente ben definita, era quella seguita dal Molise nel 1963 e non un’introduzione di tre parole in costituzione. 

Naturalmente non vi è alcun progetto di legge costituzionale con uno statuto della nuova entità autonoma, il che rende da solo totalmente vano il progetto.

Infine, i residui dubbi sono fugati analizzando altri due emendamenti di cui il Senatore Crosio è firmatario, il 29.12 e il 29.13, che chiedono lo stesso identico riconoscimento per Lombardia e Veneto, creando un conflitto interno alle proposte da lui formulate  e vanificando il principio di tutela delle aree interamente montane e confinanti!

Dubitiamo inoltre fortemente che l’emendamento 29.14 riceverebbe il sostegno non già di altri movimenti politici ma della stessa totalità dei senatori della Lega Nord.

Chiediamo alla politica locale uno slancio di concretezza e di serietà a favore delle nostre valli, che non hanno bisogno di iniziative contradditorie, estemporanee e destinate a essere spazzate via nella prima sessione di discussione d’aula ma di proposte serie, sostenibili, approvabili e che comincino davvero a tracciare un cammino di autogoverno, non limitandosi a sbandierarlo nella ricerca del consenso”. 


Data: 23/07/2014
 
03/08/2014, 12:44
La doppia sfida – Dopo Belluno Sondrio?

“E’ per noi un motivo di orgoglio l’essere riusciti a fare entrare all’interno del dibattito politico locale il concetto di Autonomia.

Non era scontato in questi ultimi anni e soprattutto qualche mese fa, quando si dava per certa la centralizzazione delle competenze a Roma e al Pirellone. Abbiamo sempre creduto e continueremo sempre a credere che il decentramento, la libertà, l’autogoverno, in una parola l’Autonomia siano essenziali per ogni territorio ed ogni popolo che aspirino a prendersi cura di se stesso.

Anche il sindacato della CGIL recentemente si è espresso a riguardo, supportando la specificità montana, come altri, e condividendo la nostra proposta in materia di acque ed energia, che era rimasta poco ascoltata dai partiti. Mentre si attende l’iter di approvazione del ddl costituzionale n. 1429 e dei suoi quasi 8000 emendamenti da parte del Parlamento (di cui tre riguardanti la Valtellina Valchiavenna, quali l’emendamento n. 29.19 del partito del Sen. Jonny Crosio, l’emendamento n. 39.32 del senatore Mauro Del Barba sulla specificità montana e l’emendamento n. 30.84 dei senatori autonomisti del Trentino Alto Adige/Südtirol sull’elettività) è necessario non solo avere come riferimento l’ambito nazionale per presentare proposte concrete ma anche quello regionale. Per il ddl costituzionale n. 1429 abbiamo già fatto, come sapete, le nostre proposte e riteniamo ora giunto il momento di esercitare pressioni anche sul legislatore regionale.

In questi giorni il consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge “Interventi a favore dei territori montani e conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria alla provincia di Belluno”, frutto dell’unità delle forze politiche e sociali bellunesi, che riconosce alla provincia di Belluno competenze e funzioni in diverse materie grazie ad un articolo dello statuto regionale veneto a cui si richiama. Ottenere all’interno dello statuto regionale lombardo il riconoscimento dello status di territorio interamente montano dotato di particolari condizioni di autonomia è condizione essenziale per presentare poi, attraverso una legge regionale, un progetto mirato al passaggio di funzioni e competenze dalla Regione all’ente di area vasta/provincia nelle materie strategiche per il nostro territorio.

Già in passato i consiglieri provinciali di Sondrio avevano espresso una richiesta in tal senso alla regione, già c’erano peraltro stati impegni da parte del PD, che aveva presentato un ordine del giorno e del Presidente della Regione Roberto Maroni, che in visita a Sondrio durante l’ultima campagna elettorale aveva garantito il riconoscimento a Sondrio della specificità montana. Che fine hanno fatto queste promesse? Nelle more di una lentezza del legislatore regionale, riteniamo utile cercare di agire a livello regionale per ottenere anche qui dei risultati nel senso di una maggiore autonomia e capacità decisionale autonoma della nostra terra.

Resta poi tuttavia da chiarire il senso di avere una provincia di secondo livello (che ricorda la vecchia comunità montana unica) e le comunità montane sul territorio. Ci domandiamo se le competenze e risorse delle comunità montane non dovrebbero essere concesse al nuovo ente generale della Valtellina Valchiavenna, stimolando al contempo le gestioni unitarie e le unioni di servizi tra i comuni, come il legislatore ha di recente richiesto.

Chiediamo quindi alle forze politiche locali e sociali di combattere uniti in questa doppia sfida nazionale e locale. Costruire insieme un progetto comune, attraverso un tavolo permanente sull’Autonomia dove le forze politiche, economiche e sociali possano confrontarsi e individuare proposte concrete comuni, è essenziale per dare forza alle istanze di autonomia che vengono dalla Valtellina Valchiavenna, così da garantire sviluppo e benessere alle nostre vallate.

Riteniamo che la costruzione di una classe dirigente nuova, attingendo anche al vasto e ricco bacino degli amministratori civici valtellinesi e valchiavennaschi, sia un elemento altrettanto importante e funzionale al progetto di autonomia: chi sa gestire il territorio deve portare la propria esperienza e competenza nell’amministrazione delle ulteriori competenze di un nuovo ente, più ‘autonomo’, al di fuori e al di là di schieramenti partitici tradizionali. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza e crediamo di avere, tutti insieme, i numeri per farcela”.

 

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021