Autonomia: il discorso di UMBERTO BOSSI a Tirano
Autonomia: il discorso di UMBERTO BOSSI a Tirano

“L’anno scorso è avvenuto un fatto importante: 100mila imprese hanno chiuso i battenti. Disastro sociale, crisi sociale grandissima. Quello che gli inglesi chiamano “l’effetto Glasgow” è il rischio. Se dall’anno prossimo la Lombardia non avrà i suoi soldi da investire, le conseguenze potrebbero essere gravissime, oltre dal punto di vista economico, ci sarà anche un disastro sociale”.

“L’effetto Glasgow”, appunto, che presuppone anche una mortalità altissima nella città scozzese, la maggiore di tutta l’Inghilterra, dovuta anche alla povertà e all’abuso di droghe e alcool.

Umberto Bossi è intervenuto ieri sera, venerdì 29 settembre, all’incontro a Tirano per parlare del referendum del prossimo 22 ottobre per l’autonomia della Lombardia ed è stato chiaro: “La Lombardia ha sempre dato, adesso non può, deve investire per evitare una crisi sociale gravissima, occorre andare a votare con una mano sulla coscienza perché non è un problema solo economico, ma sociale, 100 mila imprese hanno chiuso i battenti e per la Lombardia, l’indipendenza è una cosa lunga, immediata l’autonomia. La Lombardia non chiede soldi altrui, i soldi sono nostri, chiediamo di poter utilizzare i nostri soldi da investire prima che ci caschi in testa un cataclisma, “un effetto Lombardia”, una crisi senza precedenti”.

Bossi dichiara che “certo l’indipendenza era più forte, avrebbe messo a posto tutte le cose, anche la giustizia”. E qui accenna a un giudice spagnolo, il suo comportamento nei confronti del Popolo Catalano… e accenna a fatti che “fanno incazzare la gente”: “Roma è inaffidabile, non si capisce dove c. finiscono i soldi delle nostre tasse, questa è la verità, neppure il sud hanno aiutato e come prima lo lasciano ancora lì così, se il sud avrà bisogno della Lombardia si potrà fare un accordo diretto, senza Roma come intermediario, perché è inaffidabile anche come intermediario”.

La conclusione di Bossi: “Autonomia, è il momento di ridare indietro qualcosa, un riconoscimento, e passerà questo referendum, ci sono delle cose storiche che non falliscono se nessuno vuole così male alla Lombardia da gioire se si distrugge, diciamo sì alla vita, non alla distruzione della Lombardia, io sono certo che la Lombardia non farà la fine di Glasgow: nessuno dei residenti di Lombardia può mancare a questo appuntamento, nessuno questa volta, nessuno altrimenti sarà un disastro economico e sociale”.


Data: 30/09/2017
 
18/10/2017, 08:13
Si vota dalle 07.00 alle 23.00

Regione Lombardia: "La Lombardia è la regione italiana più vessata dal fisco: è stato calcolato che, nel 2015, ogni residente in Lombardia, compresi neonati e ultracentenari, ha mediamente corrisposto al fisco 11.898 euro. Più dell’85 per cento delle imposte pagate dai lombardi sono assorbite dallo Stato centrale: sugli 11.898 euro pro capite corrisposti 10.196 vanno a Roma (85,6%), 1.129 alla Regione (il 9,48%) e 574 alle Amministrazioni locali (4,82%). In Italia - conclude la Nota - mediamente vengono versati al fisco 8.800 euro pro capite di cui l’84 per cento è diretto allo Stato centrale (7.390 euro pro capite), il 9,3 per cento dalle Regioni (825 euro) e, infine, il rimanente 6,7 per cento dagli Enti locali (585 euro)".

Cristina Culanti


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27/10/2021

30/09/2017, 12:30
L’incontro a Talamona

L’autonomia è una strada che è partita e non si fermerà più, il tema ha una valenza politica sostanziale oggi e in prospettiva futura, non è il referendum di nessuno in particolare ma di tutti i lombardi. Questo, in sintesi, ha ascoltato il folto pubblico, tra amministratori pubblici e semplici cittadini, che ieri ha partecipato all’incontro sul referendum per l’autonomia della Lombardia del 22 ottobre organizzato a Talamona, nell’auditorium, dalla Comunità Montana di Morbegno.

Un appello al voto basato su cifre e dati di fatto che è diventato accorato nelle parole di Umberto Bossi, giunto a sorpresa in Valtellina: «Mettetevi una mano sulla coscienza e andate a votare, le circostanze lo impongono», ha detto il leader politico che, per primo, trent’anni fa, ha parlato di federalismo, richiamando la crisi e i rischi legati alla deindustrializzazione. «Servono soldi per arrestare questo processo - ha continuato - e con l’autonomia li avremo».

Quanti soldi lo ha precisato poco dopo il presidente dell’ente comprensoriale Christian Borromini: 27 miliardi di euro, la metà di quanto la Lombardia oggi versa allo Stato, per Talamona, citato ad esempio, 13 milioni di euro all’anno. Un dato che ha fatto sognare molti degli amministratori presenti che poco prima, nell’intervento di Alessandro Cian , una doppia delega al Bilancio, in Comune e in Comunità Montana, avevano visto scorrere sullo schermo i numeri che riassumevano i tagli nei trasferimenti statali: oltre due milioni di euro in dieci anni per Talamona. Due milioni di motivi che hanno fatto dire all’assessore Cian: «Il referendum non è un capriccio ma un’esigenza concreta».

Nessun dubbio da fugare, ancor di più dopo il richiamo del sottosegretario regionale Ugo Parolo alla situazione delle regioni autonome che spendono meglio i loro soldi. «Andare a votare è un dovere - ha detto - se perdiamo questa occasione non potremo più lamentarci. L’autonomia è un percorso e comincia con questo referendum che consentirà al governatore Maroni di andare a trattare a Roma».

Ha concluso l’incontro l’assessore Gianni Fava, nelle vesti di referente della Giunta regionale per il referendum, che ha risposto una ad una alle critiche degli scettici: non è vero che si è speso troppo perché si tratta di un investimento e i tablet rimarranno alle scuole; il referendum non è di una parte politica ma di tutti; la Lombardia chiederà le 23 competenze in capo allo Stato con le relative risorse. «Va rivisto il patto con lo Stato - ha sottolineato - ma deve avvenire attraverso la volontà popolare, non ci sono altri modi per ottenere più risorse, nessuno ci è mai riuscito. Chi non vota - ha concluso - è complice di chi ruba. Questo è l’ultimo appello. Uno strumento civile e democratico nelle mani degli elettori che va sfruttato. La partita non è sull’esito, che è scontato, ma sull’affluenza per dare forza alla richiesta di Roberto Maroni».

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021