Destination Manager per Valtellina Turismo
Destination Manager per Valtellina Turismo

È Simone Cassanmagnago e vanta un’esperienza ultratrentennale nel campo della ’vendita’ di prodotti turistici: si occuperà della commercializzazione dell’offerta turistica valtellinese.  

La presidente Giovanna Muscetti: "Una figura strategica nel progetto di valorizzazione del nostro territorio e delle sue eccellenze".


Data: 20/11/2013
 
21/11/2013, 12:56
Discorrendo di turismo...

... Roberto Pinna, direttore Consorzio Turistico Sondrio Valmalenco:

"Le tre “C” per il turismo

Tre buoni valori su cui basare la ripresa del comparto turistico.

Consapevolezza, condivisione e coraggio per far ripartire la Valtellina.

E allora, oggi ne approfitto: non per accentuare la dispersione di vedute, cercando di pormi invece da una prospettiva generale che possa indicare dei valori che dovrebbero contraddistinguere le scelte. Sì: parlo di valori. Non di misure e leggi, provvedimenti o incentivi, strategie, politiche o dati.

Valori: è sulla condivisione di un patrimonio comune – di ideali, di sentimenti, di visioni – che si deve basare la ripresa, tanto del turismo quanto – permettetemi - dell’economia in generale.

-       Consapevolezza

Chi sta leggendo questi miei “auspici” non è solamente un addetto ai lavori, inevitabilmente stanco di ripetere come un mantra “il turismo è la leva fondamentale per il rilancio e lo sviluppo dell’economia”, vedendosi sempre inascoltato. Una delle prime cose da fare è allora creare consapevolezza attorno a questo concetto: chi lavora nel turismo ha ben chiaro il principio, ma possiamo dire lo stesso delle istituzioni, così come dell’opinione pubblica?

Ecco allora che occorre dimostrare (ancor prima di affermare) come realmente il turismo sia motore economico, materia prima scarsamente utilizzata, un settore in grado di crescere e portare enormi ricadute economiche all’indotto, terreno fertile per le nuove imprese e ambito in cui i giovani possono affermarsi.

Ecco il primo appello agli addetti ai lavori: diffondiamo il verbo.

Smettiamola di parlarne tra noi e smuoviamo l’opinione pubblica, le istituzioni e i media affinché acquisiscano realmente consapevolezza.

-       Condivisione

Il nostro Territorio è luogo di particolarismi e contraddizioni. E la gestione del turismo non fa eccezione: anzi, è forse uno degli ambiti in cui la “schizofrenia” si esprime al meglio.

Se vogliamo davvero (ri)costruire il settore turistico bisognerà cominciare dalla “governance”. Serve condivisione e chiarezza sul ruolo e sui compiti.  Dialogare,  trovare coerenza negli obiettivi e comunione d’intenti deve essere regola unica.

Senza coerenza e condivisione, in mancanza di chiarezza nella regia, non esiste visione di lungo periodo: ci si limita a interventi fissati dalle urgenze e dagli interessi del momento. E, peggio ancora, a un proliferare di azioni slegate fra loro.

Condivisione nella definizione delle priorità di mercato. Ragionare per compartimenti stagni non porta a nulla come oggi tentano di fare categorie professionali o “lobby” che avanzano propri interessi. Un ragionamento complessivo – e coerente – porta vantaggi a tutti, riduce gli sprechi, ottimizza l’impiego delle risorse e amplifica i risultati.

Chiarezza e condivisione tra comparti che, apparentemente diversi, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo.

Chiarezza e condivisione tra imprese e operatori per garantire livelli e standard di qualità univoci e garantiti, sistemi di accoglienza condivisi, dialogo continuo con il settore pubblico: reti di imprese e consorzi sono strumenti perfetti in questo senso e occorre sfruttarli.

-       Coraggio

“Il coraggio uno non se lo può dare” diceva Don Abbondio. Ma consapevolezza delle sfide e coerenza nelle strategie possono alimentarlo. E questo è il momento giusto per averlo: la crisi offre – paradossalmente, ma nemmeno troppo – le condizioni per ragionare finalmente di turismo in termini economici e di comparto produttivo.

A guardare oggi le condizioni del settore e il ruolo di second’ordine in cui è relegato il turismo vengono i brividi: ma le recenti considerazioni del Presidente del Consiglio Letta sull’Expo – “alla politica servono i sogni ” – non può che essere applicata a un settore come il turismo fondato proprio sulla generazione di emozioni.

Coraggio: di questi tempi ne occorre parecchio, perché – scomodando un altro personaggio letterario – a volte pare davvero di combattere contro i mulini a vento. A volte è una sana follia, però: la stessa che ha portato un Consorzio Sardo, - scusatemi un pochino di nepotismo - (ndr Go Sardinia) a sfidare le compagnie di navigazione e noleggiare autonomamente una nave che traghettasse i turisti a prezzi competitivi.

Il Coraggio di pensare in modo nuovo, fuori dagli schemi.

Il Coraggio di fare scelte in controtendenza, abbandonare vecchi schemi che hanno portato a un nulla di fatto, riportare le scelte alle ragioni del buon senso e del bene comune. A cominciare dallo stop ai privilegi delle “lobby” che non avevano senso neanche il secolo scorso, stop alle concessioni lobbistiche, stop all’idea che nel settore turistico non serva professionalità ed esperienza.

-       La quarta C

Le tre “c” sono un’indicazione, ma soprattutto la speranza che si possa davvero cambiare registro e mentalità quando si ragiona di turismo in Valtellina.

Perché l’impressione è che fin qui la gestione del turismo abbia beneficiato invece dell’intercessione di un’altra “c”, assai meno nobile delle precedenti. Quella, ad esempio, che ci ha nominato custodi di un patrimonio naturale, artistico e culturale senza paragoni al mondo. La stessa che ci ha assistito quando decisioni sconsiderate – o la mancanza di decisioni – non hanno causato danni irreparabili.

Adesso, però, non possiamo continuare a sperare in altri colpi di fortuna.

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021