I nuovi CARRI ARMATI
I nuovi CARRI ARMATI

di Don Gigi*

 

18 aprile 1989.

 

Un carro armato enorme, e davanti, un giovane studente cinese.

 

In una piazza enorme di Pechino, in piazza Tienanmen, è in atto la repressione del Governo Cinese contro la protesta degli studenti.

 

Succede quello che nessuno poteva immaginare: l’enorme e pesante mezzo di guerra si ferma davanti al ragazzo e non cancella in pochi secondi la voglia di libertà di un intero popolo.

 

Quella foto fa il giro del mondo e rimarrà per sempre una bandiera di chi vuole la libertà da qualsiasi oppressione, una bandiera dei diritti civili...anche se in Cina non ha sconvolto nulla!

 

In giro per il mondo ci sono milioni di persone che ogni giorno vengono calpestate nei loro diritti fondamentali, e tutto succede nell’indifferenza dei popoli ricchi e liberi.

 

Sulle piazze e nelle strade del mondo ci sono ancora troppe donne e uomini che vengono massacrati solo perché vogliono rivendicare un loro diritto fondamentale: la libertà di pensiero e di parola.

 

Non basta la denuncia saltuaria di qualche telegiornale a far saltar fuori il problema e poi noi a lasciarci risucchiare dall’indifferenza e dall’apatia.

 

Non può bastare perché credo che in mezzo a quella piazza avremmo voluto esserci anche noi per sostenere quel giovane cinese, anche noi avremmo voluto essere lì per non lasciarlo solo e indifeso, perché anche noi come lui siamo convinti che sia giusto battersi per la libertà delle persone.

 

Anche noi avremmo voluto...già, avremmo !

 

La sua foto è ancora in giro per il mondo e noi invece siamo qui, chiusi dentro le nostre chiacchiere di chi è convinto che tanto, in fondo, non serve a niente!

 

Quante ‘piazze Tienanmen’ dovremo ancora vedere per risvegliarci dalle nostre noie occidentali?

 

Quanti carri armati dovremo ancora sopportare per deciderci ad alzarci in piedi come uomini liberi?

 

Io non credo che noi possiamo chiamarci fuori così facilmente, perché quella ‘piazza’ non è poi così lontana da noi…

 

Abbiamo anche noi i nostri ‘carri armati’ che ci stanno schiacciando riducendoci a cadaveri ambulanti: il carro armato dell’alcool per esempio, che in percentuali sempre più grandi e con età sempre più piccole sta distruggendo la vita e i sogni di un sacco di persone;

 

il carro armato della droga che nella stessa misura e con la stessa devastazione sta annientando il futuro di troppi giovani e di troppi adulti, a tutti i livelli, anche in quel mondo apparentemente felice dei ‘personaggi famosi’;

 

il carro armato dell’alta velocità con giovani chiusi dentro ad una macchina, lanciati nel buio per sentire l’emozione della vita che sfiora la morte, la vita affidata alla potenza di troppi cavalli dentro ad un motore senza testa e senza cuore.

 

Ma alla base di tutti e dai quali tutti gli altri prendono forma, ci sono i carri armati della noia e della superficialità, del relativismo che attanagliano il nostro mondo immerso nel benessere, un benessere che però sembra non appagare più neppure i bisogni del ’corpo’...e quindi ancora meno quelli dell’anima.

 

Avanzano così, inesorabili, gli altri ‘carri armati’.

 

Avanzano nell’indifferenza di chi, come noi, è fin troppo impegnato a digerire un improbabile ed incerto ‘benessere’, per poter ancora sentire la fame e la voglia di anima, di sentimenti, di rispetto per se stessi, per gli altri, per il mondo.

 

Quando ci alzeremo in piedi, decisi a fermarli tutti?

 

Quando insegneremo ai nostri ragazzi come sia infinitamente più bello il traguardo conquistato con fatica e sudore, affrontato a mani nude? ...ma sono le loro e le nostre mani finalmente!

 

Quando troveremo ancora il coraggio delle grandi scelte, quelle che stanno dalla parte della vita, della giustizia, della verità, della libertà, dell’amore?

 

Non possiamo più permetterci il lusso di rimanere spettatori nostalgici di gesti che sentiamo nobili e puri: bisogna trovare dentro di noi il coraggio e la forza che ancora abbiamo.

 

Dobbiamo farlo adesso, subito, per metterci in gioco in prima persona…

 

Ce lo chiede la storia.

 

Ce lo chiede il futuro che da sempre abbiamo immaginato e che non vogliamo consegnarlo come vigliacchi in mano ai ‘carri armati’ moderni.

 

Ce lo chiede quel Dio che chiamiamo Padre e di conseguenza ci vuole riuniti in una sola grande famiglia...con tutte le diversità di carattere e di gusti e di sogni che in ogni famiglia ci sono, ma nella quale ci si riconosce come fratelli.

 

Quel giovane studente cinese non ha cambiato la Cina e non ha cambiato il mondo, d’accordo, ma ci ha lasciato una grande emozione che non dobbiamo far naufragare dentro le nostre solite menate intellettuali e dentro ai calcoli meschini del “che cosa mi conviene”

 

L’emozione insomma non può ridursi ad un vuoto sentimentalismo che lascia il tempo che trova e quasi sempre non lascia proprio niente.

 

Dimenticato? No, perché non puoi dimenticare il volto di tanti amici che da bambini sognavano un mare di cose belle ed importanti da fare quando sarebbero diventati grandi e che poi sono rimasti schiacciati dal ’carro armato’ di turno.

 

Dimenticato? No, perché non vogliamo dimenticare di essere nati per essere persone ’libere’!

 

Se poi ti riconosci nel Cristo prova a riascoltare la Sua Parola:

 

“Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” ( Giovanni 8, 31-32 )

 

“Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio… ( 1 Pietro 2, 16-17)

 

“Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia…” (Matteo 5, 1-12)

 

*TREMENDA XXXL

 


Data: 30/08/2011