I RAGAZZI DEL PEDALE MORBEGNESE RENDONO OMAGGIO A PANTANI
I RAGAZZI DEL PEDALE MORBEGNESE RENDONO OMAGGIO A PANTANI

I ragazzi del PEDALE MORBEGNESE, in trasferta per allenarsi la mattina ma anche per rilassarsi e divertirsi nel pomeriggio, non hanno mancato di rendere omaggio a Marco Pantani a Cesenatico. Nella foto alcuni di loro sono in posa accanto al monumento dedicato al Pirata. Si possono vedere alcuni ciclisti della cat. esordienti accompagnati dal direttore sportivo Maurizio Damiani e da alcuni genitori. 


Data: 30/07/2010
 
30/07/2010, 18:14
PICCOLI ATLETI CON GRANDE FORZA DI VOLONTA’

La mamma di un ragazzo della squadra del Pedale Morbegnese, Lorena Tacconis, racconta del perché lei chiama questi atleti in erba "I GLADIATORI", alla luce della forza di volontà che li contraddistingue e del duro allenamento a cui si sottopongono ogni giorno....

"Perché oltre alla passione ci vuole un carattere di ferro per riuscire a sostenere il ciclismo agonistico all’età di 13 anni (mio figlio) e 14 anni (tutti gli altri suoi compagni).

Stanno crescendo (ed hanno l’umore e gli ormoni ballerini), vanno a scuola (che comincia ad essere impegnativa anche per lo studio a casa), li mettiamo a "dieta bilanciata" (quindi niente Mc Donald’s, fritti e schifezze varie) ed arrivati alla cat. Esordienti cominciano a doversi allenare praticamente tutti i giorni. 

Mio figlio, ad esempio, per andare a Morbegno ad allenarsi impiega due ore di viaggio tutte le volte (che gli toglie il tempo per altri svaghi o per lo studio, che deve di conseguenza essere pianificato con attenzione), mentre per i ragazzi del 2° anno questa primavera si sono trovati ad affrontare contemporaneamente lo studio, gli esami per il patentino, gli esami di 3° media e le Indicative Regionali per la selezione ai Campionati Italiani (una vera full immersion di appuntamenti impegnativi).

Tutte le domeniche, poi, arriva la gara tanto attesa ed in circa un’ora si "giocano" il lavoro dell’intera settimana.

Capita poi che magari non si riesca a fare quello che ci si propone e allora la delusione prende lo stomaco, oppure capita di cadere e farsi male, capita di bucare all’ultimo giro...e capita anche di non riuscire a fare quello che il direttore sportivo ha chiesto di fare.

Così, dopo 40 km di gara massacrante dove la velocità è davvero elevata e la concentrazione deve essere al massimo , quando al termine si arriva senza un soffio di fiato e mezzi disidratati dal caldo e dalla fatica, capita anche di doversi "sorbire" la paternale dell’allenatore con tutte le sue accese rimostranze...

Gladiatori....l’ho detto, sono gladiatori ..ahahahah..

Sono bravi davvero .... e noi genitori speriamo che proseguano nell’agonismo, così forse non li vedremo "ciondolare" in giro per la valle ad ubriacarsi o a fare altro.

Ritengo che crescere i nostri figli unendo alla scuola un’attività sportiva impegnativa come è il ciclismo sia un modo sano per avvicinarli progressivamente alla vita (fisicamente e psicologicamente).

Una parte della presentazione che ho scritto ed inserito sul gruppo di FB dice 

"E’ un modo sano per divertirsi, per sfogare la propria passione e per stare in mezzo agli altri.

Farlo in termini agonistici insegna anche cosa siano il sacrificio, l’impegno, la passione, la capacità di stare in un gruppo, la condivisione."

Questa attività li aiuta a sviluppare il proprio carattere nel modo corretto, mettendoli a confronto sia con le sconfitte ed i propri limiti sia con le proprie capacità e le piccole "vittorie" , li avvicina progressivamente al rispetto di se stessi e degli avversari, al lavoro di gruppo ed a quello individuale. 

Speriamo solo che proseguano e che in piena adolescenza non si "perdano per strada" ...la Valtellina non offre tante alternative, purtroppo".

 

cristina culanti


Autore dal
27/10/2021