IL COMITATO UTENTI TELERISCALDAMENTO: L’ACQUA BENE PUBBLICO
IL COMITATO UTENTI TELERISCALDAMENTO: L’ACQUA BENE PUBBLICO

Il Comitato a tutela dei consumatori del Teleriscaldamento ha preso posizione in merito all’Azienda Unica di Valle e soprattutto contro la privatizzazione delle acque. E mentre i comuni valtellinesi stanno deliberando a favore della nascita delle aziende di valle, e in settimana anche le assemblee straordinarie di Asm (comune di Sondrio) e di Secam hanno decretato l’avvio alle fusioni, il comitato ha indirizzato una lettera a tutti i consiglieri del Comune di Tirano, dove si invita a presentare una mozione di modifica allo Statuto comunale mediante inserimento all’art.3, come comma 8, del seguente testo: “Il Comune riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto universale, indivisibile,  

inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico. Sostiene il principio della proprietà e gestione  pubblica del servizio idrico integrato, il carattere pubblico di tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se  non estratte dal suolo, costituenti una risorsa priva di rilevanza economica da utilizzare secondo criteri di  solidarietà. Riconosce che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica,  in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua a tutti i cittadini.” 

 

Una mozione che renderebbe esplicito il concetto che l’acqua è un bene comune (Sondrio ha già inserito nello statuto tale voce, ndr.) e che “tutti i consiglieri si impegnino affinchè questa mozione venga proposta e adottata con delibera consiliare utile, cioè entro i131 dicembre 2010, nello Statuto del Comune di Tirano, all’art. 3, comma 8, al  fine di riconoscere l’acqua un diritto umano e servizio pubblico privo di rilevanza economica.  

 

Un testo già approvato in tanti Comuni e Provincie italiani, quindi, in caso la mozione non venisse presentata, il Comitato stesso lancia una provocazione: “In caso contrario, tutti Voi, amministratori pubblici, abbiate il coraggio di affermare “siamo contro la  gestione pubblica” e non continuiate, invece, ad affermare: “siamo per la gestione pubblica dell’acqua, ma,  

purtroppo, dal punto di vista giuridico non è possibile”.  

 

Anche perché nei punti che rendono supportabile la mozione non mancano riferimenti giuridici che provano il contrario: il Decreto Ronchi evidenzia profili di illegittimità costituzionale, in quanto, il suddetto decreto è palesemente in contrasto con: 

I. gli artt. 2,3,5,41,42,43,117 c.2, 118 della Costituzione; 

2. l’art. 14 TFUE (ex art.16 TCE); 

3. l’art.2, Protocollo del Trattato di Lisbona: 

4. la risoluzione n. 97/357 del Parlamento Europeo; 

5. l’art. 26 n.1 della DC-357-06). 

 

Tra le altre argomentazioni, anche la Direttiva Europea, che prevede 3 opzioni: gestione privata, mista pubblica-privata e pubblica. 

 

Una convinzione del Comitato è anche che “l’eventuale attribuzione delle competenze del governo dei servizi idrici alle Provincie, di fatto, esautorerebbe i Comuni, ovvero gli Enti più vicini ai cittadini, dalle decisioni su un bene vitale per tutti i cittadini, quale l’acqua, cancellando il federalismo rappresentato dai Comuni stessi”. 

 


Data: 15/10/2010
 
16/10/2010, 09:16
INVITO INOLTRATO ANCHE AL CONSIGLIO DI SONDALO

L’invito a sottoporre all’attenzione del Consiglio la mozione pro-acqua bene pubblico è stato inviato anche ai consiglieri del Comune di Sondalo.
Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021