Il miracolo della raccolta dei lamponi nei boschi di APRICA
Il miracolo della raccolta dei lamponi nei boschi di APRICA

 

Dopo l’articolo pubblicato di recente sul traffico di mirtilli che dall’Aprica, tramite il camion Plozza-Triacca, arrivava in Val Poschiavo e visto l’inaspettato eco avuto, ci sia permesso aggiungere che con i mirtilli c’erano anche i lamponi, se pur in misura minore. 

 

Visto che ho un particolare ricordo tanto da chiamarlo "miracolo" mi sia permesso rievocarlo.

Eravamo negli anni 1942-43 e i nostri boschi d’Aprica producevano in abbondanza tanto da alimentare il commercio con la Svizzera. Io in quella stagione ero a servizio  in un alberghetto a Tirano e data l’età, 12 - 13enne, non avevo né ore di riposo, né giorni festivi. Le leggi sul lavoro c’erano, ma non per me per cui (ripensandoci oggi) la legge me la applicavo da sola. Infatti dopo 7-8 mesi di ininterrotto lavoro mi ricordavo quanto la mamma diceva a ogni partenza: “Ricordatevi che la porta di casa è sempre aperta”.

 

Con quel ricordo, un giorno trovai una scusa per andare a casa per dire alla mamma che io avevo deciso di lasciare il lavoro. "Basta alzarmi alle sei del mattino e aspettare l’ultimo treno delle 11.30 di sera per accompagnare eventuali clienti nelle camere!". La mamma non era d’accordo su quella mia decisione, ma fui irremovibile. Non scappai comunque ma tornai sul posto di lavoro per dare i regolari quindici giorni richiesti per il licenziamento..

Dovevo trovare comunque una giustificazione. “La mamma ha detto che devo andare a pascolare le pecore fu la mia giustificazione, (per questa bugia chiedo scusa ancora oggi alla mia mamma morta perché le critiche furono rivolte a lei). Infatti la reazione fu: ”La tua mamma non ha niente nella testa, una bella “raisina" come te che sa già servire a tavola, mandarla a pascolare le pecore!!!!!”. Ma io non sentivo ragioni e finalmente raggiunsi quella “libertà” che è impagabile, a casa propria. Tanto poi sapevo che non sarei rimasta disoccupata. Il lavoro lo trovavo sempre e infatti era già lì a mia disposizione.

 

Era la stagione dei frutti di bosco. I miei due fratellini già erano impegnati e a me non parve vero di unirmi a loro.. Tutto il giorno nel bosco curvi a raccogliere i frutti, ma che gioia il godermi quella libertà e di tornare a casa alla sera! Precedentemente abbiamo parlato di mirtilli, ma quell’anno, fatto che accadeva solo ogni tre o quattro, era quello dei lamponi. Un lavoro molto delicato. I lamponi dovevano essere staccati uno per uno con delicatezza e riposti in recipienti speciali. Solo così venivano accettati al posto di raccolta, dove al mattino il camion Plozza-Triacca passava a caricare  unitamente ai mirtilli per portarli oltre confine.

 

Così passò felicemente la stagione e con profitto visto che eravamo in tre a raccogliere e alla sera,  consegnata la merce, ce la pagavano bene per cui non dovevo nemmeno rimpiangere lo stipendio di 120 lire al mese dell’albergo.

La gente contadina di solito ha un orologio tradizionale e sa quando la stagione per un prodotto incomincia e termina. Infatti  anche i più accaniti raccoglitori  non si vedevano più ma io con i miei fratelli continuavamo e il nostro gruzzoletto lo portavamo a casa ogni sera. Ma un bel mattino, forse per un passa parola, c’è stato una specie di invasione. Tutta la gente disponibile nella contrada salì nel bosco e come in una specie di invasione fece piazza pulita e non solo:  calpestò i rami e automaticamente  li distrusse. 

 

Da qui parte quello che io chiamo “miracolo”. Evidentemente il giorno appresso tale invasione, fummo i soli a portarsi comunque nel bosco. Non so se spinti da incoscienza o da coraggio. Infatti, cosa trovammo? Delle fiorenti aiuole di piantine belle ritte e la sorpresa? con lamponi in abbondanza e per di più gonfi e con il loro bel tipico colore .

Ma come era possibile quando solo il giorno prima c’era stata quella specie di invasione e distruzione? Come poteva il frutto essersi creato e maturato nella notte?  E così andò avanti fino a quando non scese la brina e il gelo. 

Si usa dire che non solo i Santi fanno miracoli infatti! Per me quei lamponi che si formavano e maturavano in una sola notte, era un fatto inspiegabile come lo è ancora oggi.


Data: 10/05/2012
 
21/11/2018, 15:15
Luisa Moraschinelli e il Treno dei mirtilli

Ho ritrovato questo articolo della cara Luisa Moraschinelli, e parlando con amici, ricordavano anche loro "Il treno dei mirtilli", che percorreva tutte le mattine la Val Poschiavo per portare i preziosi frutti fino a Coira! Domenico Triacca era tra i fautori dell’iniziativa, molto importante per l’economia locale, come testimonia Luisa: loro portavano le casse, la gente del posto le riempiva e veniva subito pagata per il lavoro svolto. L’importanza dei piccoli frutti rivive oggi in Valposchiavo con "Coltiviamo Sogni", ma anche in altre zone si stanno riscoprendo queste colture. 

Luisa non scrive più, e le sue storie mancano... ha molti libri al suo attivo, libri preziosi, dove si riscopre la storia della Valtellina e della Valposchiavo sempre con sorpresa, grazie al grande entusiasmo con cui sapeva raccontare i fatti. Aveva lavorato molto anche in Svizzera, e ora si trova a Poschiavo. Spero anch’io di riverdela presto... molte cose ho imparato da lei e tanti ricordi mi sono rimasti impressi nella memoria. Collaborava con Newsinfo, e ora riproporremo le sue storie, perché sono davvero belle...

cristina culanti


Autore dal
11/11/2010