LA FEDERALBERGHI SONDRIO DICE NO ALLA TASSA DI SOGGIORNO
LA FEDERALBERGHI SONDRIO DICE NO ALLA TASSA DI SOGGIORNO

                                                                                                                                                                               

Ci sono opinioni discordanti sulla TASSA DI SOGGIORNO, che la logica federalista vorrebbe reintrodurre. E se il Comune di Roma ha già deciso di fissarla a 2 euro al giorno, quella che un tempo serviva per migliorare l’offerta turistica delle località suscita una protesta nazionale. 

Anche Federalberghi Sondrio aderisce affermando in maniera decisa il suo no all’ipotesi di introduzione di una tassa di soggiorno inserita all’interno del Decreto Legge sul federalismo fiscale, all’esame della Commissione parlamentare per l’attuazione dello stesso.

 

Come dichiara Aurelio Paruscio, presidente di Federalberghi Sondrio (nella foto), si spera “che questa nuova ipotesi di tassazione non trovi attuazione. Si tratterebbe, infatti, di un ulteriore elemento di penalizzazione dell’economia turistica di tutto il paese, che andrebbe a gravare su un settore che già è sottoposto ad un regime di tassazione maggiore rispetto a quanto avviene negli altri paesi europei. E, ancora più grave, questo costo andrebbe a pesare sulle tasche dei nostri clienti/consumatori italiani e stranieri”.

 

La Federalberghi nazionale critica un dato: la tassazione italiana è circa del 31% contro una media europea del 24% e la Tassa risulterebbe essere “un doppio danno, poiché questo costo se da un lato andrebbe a indebolire la competitività di un comparto produttivo vitale per la nostra provincia e più in generale per il nostro paese, dall’altro andrebbe a far lievitare i costi diretti che devono sostenere i consumatori per un soggiorno alberghiero”.

 

Ed è anche un altro l’elemento fortemente penalizzante per le nostre aziende, sempre secondo Paruscio:”Questa imposta è ipotizzata solo per i soggiorni nelle strutture ricettive, senza andare a toccare tutte le altre componenti del comparto turistico. Anche l’economia turistica della provincia di Sondrio risulterebbe quindi penalizzata da questo nuovo balzello, perdendo ulteriormente in competitività nei confronti dei territorio montani sia confinanti sia stranieri”.

 

 


Data: 27/01/2011