La VALMALENCO ? Disponibile, Molto Operativa
La VALMALENCO è Disponibile, Molto Operativa

di Roberto Pinna* 

Oggi, la Valmalenco è dispiaciuta per i toni poco lusinghieri ed i temi poco veritieri utilizzati nel dipingerla.

Gli Amministratori locali della Valle, e con loro gli Operatori turistici ed economici rappresentati nel Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco, non ci stanno a passare per i “paria” del turismo valtellinese: se si pensa di trattare la Valmalenco come una destinazione di serie B all’interno del panorama valtellinese e di ergerla a metro di paragone per come le cose non vadano fatte, qualcuno sta prendendo un abbaglio colossale.

Gli strilli sensazionalistici di fine stagione degni da rotocalchi estivi non rendono infatti giustizia e rispetto ai diversi aspetti del lavoro posto in atto in questi anni in Valmalenco che, anche se, porta il pesante “handicap” della convivenza tra l’industria estrattiva e turismo, ha trovato brillanti formule di valorizzazione di questo limite: si pensi al turismo industriale che, per scuole, gruppi e individuali, si sviluppa attorno alle miniere (sia attive, sia all’Ecomuseo de “la Bagnada”) o alle grandi dighe.

E se questi sforzi hanno portato sensibili ritorni di apprezzamento (e quindi di economia turistica), appare oltremodo offensivo dichiarare che la DMO promuoverà solo gli eventi di “qualità” estromettendo dalla promozione ad esempio “la Festa dell’Alpeggio”, manifestazione che ha il merito di far registrare picchi di massima occupazione alberghiera in Valmalenco per i grandi afflussi verso Chiareggio, perla di turismo ambientale ed alpino. Paradossale è che la “Festa” ha un potenziale di richiamo massimo (statisticamente rilevato) su quel turismo lombardo sul quale ora DMO vuole recuperare appeal.

E se di statistiche si vuol parlare, la Valmalenco non può né vuole accettare che passino messaggi che possano far apparire in piena disgrazia il comparto turistico locale. Parlare infatti di statistiche che partono dal 1990 appare un inammissibile errore metodologico, poiché cavalcano 20 anni in cui tanto il comportamento del turista e le dinamiche di destinazione hanno subito almeno tre rivoluzioni epocali (ricambio generazionale degli imprenditori a volte mancato, l’avvento della prenotazione su internet e la concorrenza con vacanze esotiche luxury a tariffe iper-competitive).

È inoltre ingiustamente allarmista e assolutamente erroneo parlare di un decontestualizzato -42% sulle presenze italiane. (vedi dati Istat – Tabella Provinciale allegata)

Il decennio 2000-2011 vede la Valmalenco mantenere un trend che si sviluppa attorno ad una media costante di circa 120.000 presenze/anno, in cui è vero si mostrano cali del turista italiano, ma questi vengono compensati da crescite di mercati stranieri, sempre più diversificati.

Non sfugga, a tal proposito, che un mix così composto ha portato la Valmalenco ad avere maggiori garanzie di occupazione sui posti-letto alberghieri, poiché la vacanza tipo degli italiani è divenuta sempre più corta (nel 2008 c’é stato il sorpasso della permanenza ’breve’ da 1 a 3 notti su quella ’lunga’ da 4 o più notti – ISTAT, febbraio 2009) mentre lo straniero è ospitato quasi esclusivamente per periodi da 4 o più notti.

La Valmalenco, con i suoi Operatori ed i suoi Amministratori, sta facendo del suo meglio ottenendo risultati di tenuta e che esplorano sempre nuove vie, dimostrando capacità di iniziativa, posizionandosi in maniera interessante anche su mercati giovani e outdoor (si pensi allo Snowboard & Freestyle Ski, piuttosto che al bike), nonostante limiti numerici di ricettività che, come tutte le micro-destinazioni, la rendono commercialmente più fragile.

Questo impegno contribuisce al successo turistico globale valtellinese: anche se ciò avviene con un apporto numerico minoritario, nessuno si senta autorizzato a denigrare o sminuire la realtà malenca, a maggior ragione chi dovrebbe essere chiamato a rappresentare l’intero comparto turistico valtellinese, trattando tutte le località come figlie, non eleggendo tra di loro reginette e sguattere.

La Valmalenco è DMO come DMO è la Valtellina, ma vorrebbe che ci si sintonizzasse sul significato dell’acronimo, affinché sia una volta per tutte “Destination Management Organization”. Non come oggi, in cui la Valmalenco è da sempre “DMO - Disponibile e Molto Operativa” nei confronti del sistema Provinciale, del quale tuttavia non comprende il costante atteggiamento sfociato nella “DMO - Dati Manipolati Opportunamente” della conferenza stampa dai toni denigratori dello scorso giovedì 30 agosto.

*Direttore Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco

        

 

 

 


Data: 03/09/2012
 
03/09/2012, 16:19
Le presenze

Il grafico

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021