L?etica nella propria accezione

L’etica nella propria accezione

L’articolo pubblicato su questo sito, il 24 aprile 2012 dal titolo ETICA, AMBIENTE, PAESAGGIO, rappresenta l’introduzione a un percorso che ci accompagnerà  all’acquisizione dei concetti che sottostanno alle tre parole sopra indicate, al fine di munirci della conoscenza di base necessaria per affrontare, alla fine del ciclo di questi interventi, le argomentazioni che attengono propriamente al Diritto e alla Politica, nella parte in cui esse vengono applicate  alla natura e all’ambiente.

Innanzi tutto evidenziamo che, nel linguaggio comune, spesso i termini etica e morale vengono utilizzati quali sinonimi, pur avendo essi significato sensibilmente diverso.

Qui, non ci addentreremo in uno studio etimologico e semantico volto a scoprire, disquisire con approfondimento, l’origine e i significati propri destinati a tali termini  (rimandando ad altri scritti più autorevoli e specialistici), ci limiteremo solo  a dire che, in questo contesto, il loro utilizzo terra’ cautamente conto delle peculiarità terminologiche.

 Per etica, qui intenderemo  la disciplina che indaga sull’atteggiamento dell’uomo, la dove e’ attore verso i propri simili e verso la propria vita, nello svolgersi del percorso esistenziale e ancora, verso tutto il mondo  incarnato e non.

E’ dunque una filosofia imperniata e protesa all’indagine, oggettiva e razionale, di regole comportamentali che guidano

il giudizio su ciò che e’ giusto e ciò che e’ sbagliato in certo contesto, pertanto tradurremo il termine in discorso quale principio che assolve alle necessità e alle convenienze reali di una data società.

La morale è un fenomeno soggettivo, individuale o collettivo, dal momento che, le sue regole e i suoi valori, non discendono da necessità e convenienze obiettive e non definiscono razionalmente,  con processo oggettivo, comportamenti leciti  o illeci, buoni o cattivi.

A questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi: che valore può avere una dissertazione sul confronto delle differenze lessicali che connotano il concetto di etica in contrapposizione a quello di morale in uno spazio nel quale si dovrebbe parlare di ecologia, ambiente, paesaggio o altro a questo attinente?

Ebbene la risposta e’ semplice e possiamo soddisfarla e sperimentarla noi stessi solo immmaginando gli scenari che si presenterebbero ai nostri occhi e alla nostra mente se leggessimo l’ecologia, l’ambiente, il paesaggio, la natura tutta, sotto la lente etica o, per contra, sotto l’egida morale; si aprirebbero immediatamente, via via che il pensiero specola, delle differenze e dei panorami interpretativi e percettivi del nostro cosmo così  profondamente diversi  da renderci increduli, tanto da stupircene con irrompente meraviglia anche la’, dove i principi etici e morali appunto, facenti parte del nostro patrimonio personale, di pensiero e cultura, dovessero essere collimanti.

Definito con semplicità il campo terminologico generale, che spero giunga chiaro e comprensibile nei suoi basilari ed elementari contenuti, cerchiamo insieme di penetrare un’altro aspetto importante risiedente nel concetto di etica ambientale (o ambientalista), parte degli argomenti proprii di questo breve scritto. 

Etica ambientale, non si presenta, nel pur circoscritto spazio di indagine disciplinare che occupa, come organico insieme di principi e di regole, in una visione sistematica e ordinata, ma va affrontata come ampio territorio concettuale ove si confrontono, anche aspramente, acquisizioni, approcci, tradizioni, interpretazioni, letture molto diverse in ragione dell’origine da cui esse attingono, da cui esse colgono la linfa culturale di provenienza, quali possono essere, al solo scopo di una stretta esemplificazione, un filone di pensiero materialista, edonista, utilitarista piuttosto che un pensiero di ispirazione spiritualista, idealista o riparatore, ovvero una visione di estrazione politica o regionalista piuttosto che sociologico-idealista e così  avanti.

L’etica ambientale, e’ necessariamente interdisciplinare dovendosi confrontare con più settori di conoscenza e indagine scientifica.

Ad essa, vanno accordati i valori propri del nostro stato umano e i principi morali ad esso confacenti, così che l’agire dei modelli comportamentali risponda in armonia con i principi scevri e lontani da ombre nichiliste, nella convinzione piena di vivere ad un grado di qualità, appagatezza e serenità maggiore, con responsabilità attiva e sensibilità di cuore e di mente.

Da queste brevi note, già  si sente l’esigenza di riprendere dunque, dall’odierna eclisse dei valori, il senso ricreante di un sentire etico, come tramandatoci  dai classici, nella dimensione delle differenze contenutistiche dei termini ora visitati, per arginare le troppe manipolazioni, contaminazioni e depredazioni di tali concetti, piegati, anche da una letteratura per così dire impegnata, a esigenze non ontologiche.

Luca Matteo Rapallino


Data: 30/05/2012