ORTI e biodiversit? in VALCAMONICA
ORTI e biodiversità in VALCAMONICA

L’orto spettinato sarà geloso?

By Tellin Camuno

Perso un campo ne è arrivato un altro, bello, con un’ottima esposizione in un contesto naturale fantastico, non troppo in pendenza, ma con la giusta pendenza, senza vicini fastidiosi e gelosi, facilmente raggiungibile e accessibile, così da settembre dell’anno passato mi sono dedicato anima, corpo e cuore per sistemare questo pezzo di terra, ogni tanto con sensi di colpa pensavo al mio orto principale, quello selvadego e spettinato di Montepiano, e la poca presenza e tempo che gli avevo dedicato in quel periodo, solitamente durante l’inverno facevo manutenzione, lo ripulivo dai rovi che ricrescevano, lo pettinavo un poco e rimettevo in sesto i muri, sentivo dentro di me che lo stavo tradendo, ma direi anche che ormai è un orto maggiorenne, deve badare a se stesso, se facessi il mammone non troverebbe mai la sua indipendenza e autonomia, molte piante lì sono perenni e altre si riseminano felicemente ogni anno, quello nuovo è un infante vergine, deve essere accompagnato per mano dopo l’abbandono di anni, il bosco e i rovi sono avanzati, e avanzeranno ancora, ha bisogno di essere accudito. Grazie alla mia dedizione tutto si è svolto velocemente, una sveltina, campo tirato a lucido, e grazie anche all’aiuto di amici, vedendo le potenzialità di un luogo così mi è salita anche una certa frustrazione, un’improvvisa e irrefrenabile voglia di seminare, una smania, fregola, bramosia, ossessione, impulso, chiodo fisso, ecco questi aggettivi mi hanno impegnato e impregnato il cervello durante quest’inverno freddo freddo, ora un poco è passato iniziando le semine protette, ma non è abbastanza, già nella mia testolina intravedo la vita che durante i mesi primaverili ed estivi esploderà in questo piccolo pezzo di terra tra le bellissime e poco valorizzate campagne sotto la Concarena, immagino ed immagino, cercando soluzioni, misurando ogni punto per ottimizzare tutti gli spazi possibili, recuperando ogni angolo possibile, ho progettato per bene tutto ciò che vorrò seminare, addirittura contando i semi maniacalmente, so di preciso quante piante per ogni specie metterò a dimora, ora attendo il momento in cui potrò seminare e trapiantare sul campo, quella che doveva essere semplicemente una coltivazione di patate e mais, diventerà un campo-giardino con una piccola serra, addio vitalba, rovi e robinia, benvenute zucche, fagioli, cereali, mais, patate, officinali e aromatiche, ortaggi e fiori. Orto selvadego non ti ho ne abbandonato ne dimenticato, a breve ti rinnoverò tutti i tutori per i fagioli e i pomodori, giuro è una promessa.


Data: 28/01/2017
 
15/07/2017, 12:08
L’ultima cassetta

By Tellin Camuno

Questa è l’ultima cassetta che farò, l’ho preparata unicamente per fare un favore ad un amico che ha insistito tanto, pomodori, fagioli freschi, un chilo di zucchine, un filderkraut cioè il cavolo a punta, 2 frigitelli perchè gli altri li ha spaccati la tempesta, patate hannibal, probabilmente le più buone che abbia mai mangiato, una melanzana e delle cipolle rosse, totale 8 euro, da lunedì avrò altro da fare, un lavoro vero, con uno stipendio certo, ferie pagate, tredicesima, e probabilmente in agosto andrò ad Ibiza, da lunedì sarò un dipendente come tanti altri di un importante fabbrica della bassa Valcamonica, una di quelle fabbriche che hanno inquinato la valle e fatto ammalare molta gente per decenni, da lunedì non potrò e non vorrò più occuparmi dei miei campi e di conseguenza dei miei semi, è stato bello ma è tempo di crescere e fare le persone serie, da lunedì farò la spesa al supermercato e chiuderò il blog.

Ahaha, ma che diamine!!! non ci penso neanche! io ho già lavorato in fabbrica, nel 2015, a dire il vero mi presentai davanti al cancello della fabbrica da 2000 operai, 4 volte la popolazione del paese in cui vivo ora, osservai bene intorno a me, c’era il filo spinato e le torrette sul perimetro, avevo un badge in tasca, quelli che finivano il primo turno stavano uscendo per tornarsene a casa sconsolati, risalii in macchina e mi recai nell’orto di Montepiano, era luglio e c’era molto da raccogliere…ho scelto di tirare a campare, precario ma sereno.

Cristina Culanti


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27/10/2021

20/02/2017, 12:49
Nei campi PASSA TUTTO

Sarà un articolo breve, viva la sintesi. Nei campi passa tutto; viviamo in un epoca di mali, mi riferisco ai mali dell’apparato digerente e dell’intestino causati dal nostro stile di vita, anch’io da 5 anni a questa parte; afflitto da un ulcera, la mia medicina sono i campi, le piante coltivate e quelle spontanee, i fiori e le aromatiche, i semi, tutto questo è terapeutico per me, ed improvvisamente svanisce ogni male, anche i brutti pensieri, preoccupazioni, mal di stomaco, ulcera, la mente è attraversata da pensieri positivi e propositivi, a meno che non ci siano cacciatori nei dintorni e piovano pallini, l’animo è leggero e spensierato, sono più amabile, ed ottimista, ma non si può vivere perennemente nei campi, altri doveri mi chiamano, bisogna rimettere piede in macchina per ritornare verso il “circolo”, immettersi sulla strada principale, dove la velocità e i folli in autovettura dominano, già questo incide per un cambiamento dell’animo, addentrandomi sempre più nel vortice peggiora, un pò come dottor Jekyll e mr Hyde cambio e divento un altra persona, lo so, mi rendo conto che basta poco per  imbruttirmi e spazientirmi, l’ulcera in un lampo è tornata. Fortuna domani è un altro giorno, e sarò ancora nei campi, come sempre, come tutti i giorni…

by tellincamuno.wordpress

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

28/01/2017, 14:45
Ordine o caos?

“Custodendo caotica bellezza naturale”, risponde Tellin Camuno…

“Il caos è più fondamentale dell’ordine. E’ la situazione più comune in Natura, mentre l’ordine è relativamente raro e può essere facilmente distrutto dalla più piccola perturbazione. La Natura stessa usa il caos come parte integrante del suo programma di evoluzione. Per risolvere il problema di adattare le forme di vita per la sopravvivenza in un ambiente in continua trasformazione, complesso, apparentemente caotico, ogni schema deterministico sarebbe destinato al fallimento.”

De gustibus, non a tutti può piacere, quelli con gli orti ripuliti da ogni innocua erbetta storcono il naso, molti lo ritengono disordine, addirittura indignandosi, le citazioni; “Ma come fai a chiamare orto un macello del genere”, “l’orto dev’essere orto”, frase insignificante, come se ci fossero leggi internazionali su come fare l’orto, e io fossi un trasgressore, “Per me questo è l’orto di chi non ha voglia di lavorare… e non sa lavorare!“ frase che potrei prendere come un complimento, in una mia personale interpretazione, anche se non è così, e la più divertente; “scusi, ma guardi che qui non si usa fare l’orto così”. L‘ordine è una condizione mentale molto individuale, il problema sta nella testa della gente. Ma anche spiegare alle persone i perché le varie motivazioni, queste non capiscono, provano un incomprensibile fastidio, e la cosa mi diverte, e a volte mi scoccia. Io ci vedo bellezza naturale espressa ai suoi massimi livelli, la natura è kaos, un kaos pieno di regole, la vita e l’universo si sono creati in una caotica esplosione.

Qui non si tratta di coltivare solo piante e produrre cibo, ma anche preservare il suolo e la sua ricchezza, comprendere un ecosistema, io sono un custode, prima che un coltivatore, il mio approccio è incentrato sul mantenimento della fertilità del terreno, conservarne la struttura e il suo popolo di microrganismi e insetti, che sono nostri alleati e lavorano per noi, alla cura del suolo, e alla vita al suo interno, e di conseguenza alle nostre piante, alla produzione di semi vitali e sani , alla valorizzazione di un sistema ricco di biodiversità animale e vegetale, partendo da qui, custodendo queste cose fin da oggi potremo avere un ambiente sano e prodotti genuini in futuro. Tralasciando le ansie da competizione, le piante dipendono dal terreno per crescere, la biodiversità spontanea e l’equilibrio naturale che si crea con essa, “la coesistenza non è competizione, ma sinergia ed equilibrio”.

Io, qui son felice, e quando vedo un pianta crescere rigogliosa in mezzo alle “erbacce” lo sono ancora di più, mi godo momenti di pace, mi eccito per un frutto maturo, la sorpresa quando scosti l’erba alta e trovi un seme germinato e cresciuto in autonomia, un insetto che si nutre, voglio essere sommerso dal verde, dai suoi aromi e dai suoi profumi, nascondermi dietro all’assenzio, far l’amore tra il trifoglio rosso, salire sul ciliegio per prendere una zucca rampicante, valorizzare ogni singola erba che comunemente la gente chiama erbacce, sono una ricchezza così come ogni singolo insetto, l’erba crescerebbe comunque, ancora, ancora e ancora…ovunque vado e coltivo è più forte di me; creo giardini, zone semi selvatiche, con fiori e aromi, sacrificando anche piccoli pezzi di terra.

Il mio terreno è ricco d’humus, e vita, non devo drogarlo continuamente per tenerlo in vita come fosse un malato terminale, non predico utopie da agricoltura naturale, non si può creare un agricoltura produttiva da reddito con questa filosofia, ma credo si possano lasciare oasi selvatico-coltivate tra le monocolture e aumentare la biodiversità tra queste,  avere la giusta cura del suolo e della biodiversità anche coltivando in modo semi-convenzionale… l’esempio è ovunque, in natura, certo non è semplice, nei campi coltivati a monocolture da decenni con concimi chimici e profonde arature, non si possono di punto in bianco convertire a metodi più rispettosi, con risultati buoni e grandi raccolti.

“La primavera è tornata, il sole ha abbracciato la terra. Presto vedremo i figli del loro
amore. Ogni seme, ogni animale si è svegliato. Anche noi siamo stati generati da questa 
grande forza. Per questo crediamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali 
abbiano il nostro stesso diritto a vivere su questa terra”. TORO SEDUTO

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021