PARTITA ACQUE, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI FRENA
PARTITA ACQUE, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI FRENA

Sembra che Roma voglia dire STOP al federalismo idrico. 

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato due leggi della Regione Lombardia: una riguarda il capitolo relativo alle grandi concessioni idroelettriche della Legge 19 del 2010, mentre la seconda concerne la Legge 21, quella sulla gestione delle risorse idriche.

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche...

 

Secondo MASSIMO SERTORI, LEGA NORD, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SONDRIO, “è prematuro esprimersi:

“La Legge Regionale c’è ed è in vigore. Questo è un dato reale. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale che, come è probabile, si esprimerà in tempi piuttosto lunghi, forse anche un anno.  Ritengo sia inutile ora entrare nel merito di come Stato e Regione decideranno di intraprendere un percorso di analisi e chiarimenti. Sono 

sicuro, infatti, che ci saranno una serie di incontri per dirimere la questione in tutti i suoi aspetti anche perché questa non riguarda solo la nostra realtà e la specifica Legge Regionale sul Rinnovo delle Grandi Concessioni  ma contempla anche altri aspetti legati più in generale alla partita acque. Ritengo comunque che ci siano ampi margini perché eventuali dubbi 

possano trovare le giuste risposte attraverso un proficuo dialogo fra le parti. La Corte Costituzionale inoltre potrà respingere il ricorso. Spiace comunque constatare che c’è sempre qualcuno che si compiace delle problematiche di un percorso che da subito abbiamo dichiarato  - proprio per la sua portata storica e rivoluzionaria  - essere molto complesso e articolato. Allo stesso tempo però, e non senza lo stesso entusiasmo di sempre, mi preme ribadire ancora una volta che ad oggi la Legge Regionale c’è ed è vigente, così come ci sono, grazie prima alla Legge Nazionale e poi a quella Regionale, quei 5 milioni di euro in più all’anno che prima non c’erano. Questi sono fatti concreti, queste sono risorse tangibili. Rispetto alle recenti novità mi riservo, comunque, di rendere dichiarazioni più dettagliate solo quanto sarò in possesso di tutte le informazioni tecniche necessarie”.  

 

ANGELO COSTANZO, PD, CONSIGLIERE DELLA REGIONE LOMBARDIA, persa invece che “siamo finiti in fuorigioco e abbiamo anche fatto autogol, rispondendo al collega leghista Ugo Parolo, che ha usato una metafora calcistica per commentare la censura del Governo alla norma sulle centrali idroelettriche. 

“Parolo ha ragione nel dire che ci sono due squadre. Io indosso la maglia del territorio con il marchio Valtellina e non quella di parte del sole delle alpi. Con questa maglia mi batterò sino alla fine del mio mandato per fare lobby territoriale e portare a casa risultati concreti che mi interessano di più dei manifesti strumentali. Se PDL e Lega avessero ascoltato i nostri consigli e quelli dei dirigenti dell’Assessorato non ci troveremo in questa situazione di empasse molto pericoloso. Una partita normativa la si gioca dentro le regole. Si è voluto forzare le competenze e siamo finiti in fuorigioco. Al Presidente dell’Amministrazione provinciale Sertori che all’approvazione della norma non ha lesinato toni trionfalistici, e ora di fronte alle difficoltà ritiene “prematuro esprimersi”, vorrei dire che forse è stato prematuro da parte del suo partito tappezzare la valle con quel (Grazie Lega) di cui ormai molti cittadini si chiedono: grazie di che?”


Data: 25/02/2011
 
02/03/2011, 18:33
LA RISPOSTA DI PAROLO

"Caro Angelo,

nessun dubbio circa la tua buona fede, proprio per questo ti ho invitato pubblicamente a rendere nota la Tua proposta sulla gestione dell’energia idroelettrica.

Ricevo una tua pubblica ipotesi di lavoro, che personalmente apprezzo, ma non ottengo la risposta al mio quesito.

Credevo di essere stato chiaro!

Dimmi cosa faresti tu?

Se non conosco la tua proposta come possiamo lavorare insieme?

Su cosa lavoriamo insieme ?

Hai manifestato dubbi di legittimità della nostra proposta, votata anche dal tuo gruppo, di attribuire gratuitamente la proprietà di almeno il 30% delle dighe ai comuni e la gestione di almeno il 50% delle concessioni idroelettriche ( e relativi utili) alla Provincia.

Prendo atto, ma quale è la tua proposta alternativa?

Mettere a gara le concessioni come prevede il Decreto Bersani del 1999?

E’ questo quello che vuoi?

Così facendo , le nostre dighe potrebbero restare agli attuali gestori, tanto quanto potrebbero passare ad altri concessionari, magari francesi o cinesi o americani.

A questo punto dopo oltre 50 anni, ancora una volta la nostra gente si dovrebbe accontentare di qualche canone e soprattutto vedrebbe di nuovo disattese le proprie, io dico, legittime aspettative.

Ecco perché con grande caparbietà e ostinazione abbiamo ritenuto di fare una legge nuova, recependo le istanze provenienti dal territorio: questo è spirito di servizio, questo è il ruolo della politica.

Trento e Bolzano insegnano! Come è noto a Bolzano e a Trento ormai da dieci anni la Provincia tramite sue società gestisce le dighe.

Caro Angelo, se pensi che i sud tirolesi e i trentini abbiano ottenuto di gestire le loro dighe applicando il decreto Bersani, cioè mettendo a gara le concessioni idroelettriche, ti sbagli di grosso.

Dieci anni fa trentini e sud tirolesi intraprendevano il percorso che oggi noi stiamo facendo; anche loro incontrarono difficoltà.

Mi tocca anche correggerti su alcune affermazioni che probabilmente sono frutto di sviste:

1) La legge regionale è vigente; ora tutti insieme dovremmo lavorare per applicarla e nel contempo adoperarci per difenderla, ed eventualmente confrontarci con Stato e Regione per evitare conflitti di competenze.

2) Non è vero che la legge regionale “garantisce la proroga a chi attualmente gestisce gli impianti”, anzi è vero il contrario, la legge regionale ha dichiarato decadute le concessioni e semplicemente consente una prosecuzione temporanea dell’attività (posto che le dighe non si possono abbandonare) sino al subentro del nuovo concessionario, a fronte però di un canone aggiuntivo che viene percepito nella misura di almeno il 50 % dal nostro territorio.

In conclusione: piena disponibilità a lavorare insieme nell’interesse della nostra terra, anche se in fondo questo è l’impegno che abbiamo assunto in campagna elettorale e che non credo di aver mai disatteso.

Francamente però, non mi aspettavo una lettera aperta per ribadire un impegno condiviso da sempre: mi aspettavo e mi aspetto una lettera aperta per capire come vorresti fare la legge sulle dighe".

 

Ugo Parolo, Consigliere Regionale Lega Nord

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

02/03/2011, 10:33
LETTERA APERTA DI COSTANZO A PAROLO E SERTORI

"Caro Ugo,

di fronte alle difficoltà della norma sul rinnovo delle concessioni idroelettriche mi hai invitato pubblicamente a fare una proposta, che per correttezza a te ho anticipato oggi in Consiglio regionale.

Purtroppo la legge regionale sulle concessioni idroelettriche è stata censurata dal Consiglio dei Ministri.  Sono certo che ti ricordi bene che sia in Commissione Bilancio, che in aula, nei miei interventi avevo evidenziato il rischio che la norma invadesse campi di competenza non propri del legislatore regionale in materia. 

Così mi ero espresso: “credo che anche l’Assessore sia consapevole di essere sulla sottile linea di confine di competenze, anzi forse le abbiamo già invase, le competenze, dentro quell’articolato e quella norma”.

Parole purtroppo inascoltate. 

Credo che, a differenza di come avvenuto per la legge approvata e poi censurata dal Governo, si debba seguire un percorso diverso e non quello di un testo blindato, frutto di una mediazione tra la Lega e il PDL. 

Se volessi strumentalizzare quello che è accaduto per me sarebbe abbastanza semplice, ma per onestà intellettuale l’intervento del Governo era inevitabile, perché il problema  non è politico ma è di competenza normativa.

Siccome credo  tu sia  in buona fede e non hai voluto approvare  una norma “mal scritta” solo per consentire una campagna mediatica al tuo partito, spero che con me vorrai contribuire ad uscire da questa situazione.

Ora, il problema è capire come uscire da questo empasse  cercando di mantenere l’obiettivo atteso dal territorio, quello di avere maggiori risorse a disposizione, non solo garantire la proroga delle concessioni a chi attualmente gestisce gli impianti.

Per questo ti propongo di costituire un gruppo di lavoro ad hoc per lavorare assieme e affrontare le difficoltà d’applicazione della legge.

Un gruppo di lavoro composto da noi, dall’assessorato competente e dal Presidente della Provincia di Sondrio, che, supportato dagli uffici e dai dirigenti della Giunta, possa predisporre eventualmente le modifiche al testo salvaguardando, se possibile, l’obiettivo iniziale.

Mi auguro che tu, e con te il Presidente dell’Amministrazione provinciale e l’Assessore competente, sappia cogliere in maniera aperta e costruttiva questa proposta per ricercare soluzioni condivise e, soprattutto, praticabili".

 

Angelo Costanzo – Consigliere regionale del Partito Democratico

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

26/02/2011, 11:58
ACQUE E REFERENDUM

Ringraziando Dio, alla fine ci saranno i referendum, no?

Così, ognuno di noi, potrà esprimere il proprio parere sull’acqua, sul nucleare, etc..

Ed anche gli elettori ( di tutti i colori, del Pd così come della Lega) potranno dire la loro in merito a questo tema.

Per una volta, dunque, faremo noi il loro lavoro, sperando che si plachino le inutili e sterili polemiche dei politici di turno.

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

25/02/2011, 15:09
ENTRANDO NEL MERITO...

di angelo Costanzo Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto e su conforme parere dei Ministeri competenti, ha impugnato le seguenti leggi regionali:

1) su conforme parere del Ministero dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico, dell’ambiente e del Dipartimento delle politiche europee, la legge regionale della Lombardia n.19/2010, recante "Disposizioni per l’attuazione della programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell’art. 9 ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione) - Collegato 2011". Essa è stata censurata dal Governo, in particolare, nella parte in cui disciplina il sistema degli impianti idroelettrici in modo difforme dalla normativa nazionale e comunitaria di riferimento.Così disponendo, il legislatore regionale eccede dalla propria competenza e viola l’articolo 117, comma 1 della Costituzione in riferimento ai vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario; l’art.117, comma 2 lett. e) della Costituzione in materia di tutela della concorrenza nonché l’art.117, comma 3 della Costituzione in materia di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia.

2) su conforme parere del Ministero dell’Ambiente, la legge della Regione Lombardia n. 21/2010, che detta disposizioni in materia di servizi locali di interesse economico generale e norme in materia di gestione delle risorse idriche. Essa presenta profili di illegittimità costituzionale poiché stabilisce che gli enti locali, per la gestione del servizio idrico integrato, possono costituire una società patrimoniale di ambito, conferendo la proprietà delle reti, degli impianti, delle altre dotazioni patrimoniali del servizio idrico integrato, e, in caso di partecipazione indiretta, del relativo ramo d’azienda. Tale previsione contrasta con le norme statali di riferimento, contenute nel Codice dell’Ambiente e nell’articolo 23 bis del d.l. 122/2008, che affermano la proprietà pubblica delle reti e delle infrastrutture idriche. Inoltre illegittima è la norma secondo la quale i nuovi enti responsabili dell’ATO possano assegnare alla società patrimoniale costituita il compito di espletare le gare per l’affidamento del servizio, le attività di progettazione preliminare delle opere infrastrutturali relative al servizio idrico e le attività di collaudo delle stesse. Infatti , la competenza ad aggiudicare la gestione del servizio idrico integrato, in base al codice dell’Ambiente (art.150, comma 2) è dell’autorità d’Ambito , e comunque ad un unico soggetto, non potendosi enucleare una singola attribuzione da devolvere a un soggetto formalmente privato. Le norme regionali invadono quindi la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e della tutela della concorrenza e della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all’art. 117 , comma 2, lettera e), m) ed s) Cost.

E’ stato tuttavia, d’intesa con la Regione Lombardia, individuato un percorso che potrà portare alla modifica delle parte impugnate delle leggi e, all’esito, alla conseguente rinuncia alle odierne impugnative. Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha esaminato la legge regionale della Lombardia n. 22/2010 deliberando la non impugnativa.

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021