Sfruttamento idroelettrico in VALTELLINA
Sfruttamento idroelettrico in VALTELLINA

La Provincia di Trento ha già indetto un "avviso di preinformazione senza indizione di gara e individuazione delle concessioni di grande derivazione d’acqua a scopo idroelettrico in scadenza al 31 dicembre 2020, quinto anno successivo a quello di approvazione della D.G.P. 2495/2015 e sospensione delle procedure per la riassegnazione". In provincia di Sondrio domani invece c’è un convegno al quale parteciperà anche l’assessore alla Montagna di Regione Lombardia Massimo Sertori dal titolo "Idroelettrico. Concessioni e rapporto con il territorio", con l’obiettivo di favorire un confronto tra istituzioni, concessionari e territorio, riguardo al futuro dell’idroelettrico. L’appuntamento è alle 10.00 presso il Polo di Formazione Professionale Valtellina, in via Besta. 

Le grandi concessioni sono scadute dal 2010 e sono attualmente in proroga. Regione Lombardia lo scorso anno ha incassato 30 milioni di euro: un ordine del giorno era legato all’assestamento di bilancio della Regione e alla luce della decisione della Corte Costituzionale che riconosceva "la legittimità della norma regionale nel campo della prosecuzione temporanea al fine di garantire la continuità della produzione elettrica", si leggeva nell’ordine del giorno e quindi "gli operatori devono pagare i canoni aggiuntivi arretrati che da un primo calcolo vengono indicati a quasi 30 milioni di euro" Un ordine del giorno che sanciva un’altra importante novità: "La quasi totalità delle grandi derivazioni in prosecuzione temporanea si trova in territori montani e le risorse provenienti dallo sfruttamento idrico risultano essere lo strumento economico naturale per garantire interventi di sviluppo e tutela del territorio montano quindi si vuole destinare la totalità delle risorse relative ai canoni aggiuntivi ai territori montani, affinché vengano impiegate per progetti strategici di sviluppo condiviso attraverso processi di partecipazione attiva". Prima era solo la metà, dall’anno scorso tutti i fondi son destinati ai territori montani per progetti condivisi, ma è sempre la regione a dire l’ultima parola e a decidere come destinarli.

Ma c’è un altro dato numerico che rivela la grande importanza dello sfruttamento idroelettrico in provincia di Sondrio: il "libro verità" ACQUE MISTERIOSE, di Giuseppe Songini (portato anche in tribunale da A2A, ma assolto), racconta una verità inalienabile: "Ottocento milioni di euro all’anno dall’energia elettrica prodotta in più. Oltre 1,5 miliardi di metri cubi di acqua (necessari al fabbisogno annuale di 550mila abitanti) turbinati al di fuori delle concessioni e una maggiore produzione annuale di energia di un miliardo di chilowattora". Songini aveva fatto un'analisi, partendo dalla produzione elettrica delle 39 centrali in provincia di Sondrio, e aveva calcolato l’acqua necessaria a far girare le turbine: "E il conto tra concessione e acqua effettivamente usata non torna: con punte che arrivano anche al 20 per cento". Il giornale online linkiesta nel 2011 titolava: Il governo “regala” la Valtellina ai signori dell’elettricità" e spiegava: "Il 31 dicembre 2010 sono scadute le concessioni allo sfruttamento del bacino per 6 centrali di proprietà di Edison ed A2A, e la proprietà degli impianti dopo 60 anni è tornata all’ente pubblico concedente, passato nel frattempo dallo Stato alla Regione. Il Pirellone potrebbe quindi indire una gara di evidenza pubblica"…

In provincia di Sondrio si concentra il 13% dell’idroelettrico made in Italy, il 50% della produzione regionale, "le grandi concessioni in scadenza sono state, con la finanziaria 2011, prorogate di 5 anni, a prescindere. - efatizzava linkiesta - Cioè senza nessuna discussione, senza le verifiche dell’impatto ambientale richieste dal Bilancio idrico della Provincia e senza colmare le lacune informative".

Ma l’affondo era in chiusura dell’articolo, quanto mai attuale, anche se gli attori dell’epoca non ci sono più: "Siamo al far west – attacca l’economista Marco Vitale - perché analoga disposizione di proroga incondizionata contenuta nella legge finanziaria 2006 è stata dichiarata incostituzionale». L’inerzia della Regione nel preparare le gare per le nuove concessioni ha favorito la proroga concessa dal Governo: rinnovo automatico per cinque anni (più altri 7) che è costato ad A2A ed Edison un aumento dei sovracanoni per i comuni e i consorzi dei bacini imbriferi montani (dove passano i fiumi e torrenti che alimentano le centrali) rispettivamente da 21,8 euro a 28 e da 4,50 euro a 7 per ogni kw di potenza nominale, passando da 26 a 31 milioni di euro. Un aumento di 5 milioni di euro da suddividere tra 78 comuni e cinque comunità montane".

Una lucida analisi, seguita da un punto di domanda: "Proroga non gradita neanche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato che per le concessioni di Como, Sondrio, Brescia, Verbania e Belluno già lo scorso luglio dichiarava «il rischio di avere effetti distorsivi della concorrenza». E nelle innumerevoli riunioni tra enti interessati è uscito il nome del padre della proroga: Giuliano Zuccoli. È suo il merito come presidente del Consiglio di Gestione della ex municipalizzata di Milano e Brescia A2a, vice presidente del Credito Valtellinese, nato a Morbegno (Sondrio) e amico dell’altro celebre valtellinese Giulio Tremonti?".

Ora, aspettiamo il 31 dicembre 2020. 

 

 

 


Data: 04/10/2018