Traforo dello STELVIO
Traforo dello STELVIO

La Regione Lombardia ha discusso nel corso della seduta di Giunta del 16 marzo scorso di una “comunicazione” inerente i “RAPPORTI CON LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E DI BOLZANO”. Il Parco Nazionale dello Stelvio ora è gestito da Regione Lombardia e province autonome di Trento e Bolzano, quindi “la comunicazione dà atto dello stato dei rapporti tra Regione Lombardia e le Province Autonome di Trento e Bolzano con riferimento al Parco dello Stelvio, al Fondo comuni confinanti e alla realizzazione del traforo dello Stelvio.

Il testo della delibera di Giunta:

“È stata predisposta una bozza di protocollo con la Provincia Autonoma di Bolzano per la realizzazione di uno studio di fattibilità per un collegamento permanente, nella zona del Passo dello Stelvio, tra la Provincia Autonoma di Bolzano e la Regione Lombardia e, in prospettiva, anche con il Canton Grigioni per quanto concerne la Val Mustair. Lo Stelvio rappresenta un emblema per il territorio lombardo e per quello altoatesino sia in termini sportivi che di qualità ambientale ma oggi costituisce una barriera tra i territori stessi: le Alpi non devono essere considerate solo un limite, le regioni alpine devono essere accessibili in maniera sufficiente a garantire la coabitazione delle popolazioni e a mantenere l’efficienza economica, sempre nel rispetto della sostenibilità ambientale. In quest’ottica si ritiene fondamentale, anche nelle more dell’approvazione del Piano d’azione della Macroregione Alpina, il rafforzamento della collaborazione tra vallate confinanti vista la forte sensibilità e interesse comune per i temi dei collegamenti tra le valli e dello sviluppo di azioni sinergiche capaci di promuovere lo sviluppo turistico e la qualità della vita per le popolazioni residenti, a partire proprio dalla realizzazione di uno studio di fattibilità per una infrastruttura che consenta di superare i limiti imposti dall’orografia. Un possibile finanziamento di questo studio di fattibilità potrebbe essere sul cd Fondo Comuni Confinanti. Il dialogo con la Provincia Autonoma di Bolzano è stato positivo nell’ottica di definire congiuntamente questa bozza di protocollo d’intesa. Si resta in attesa di un riscontro formale”. 

(Foto gruppo facebook “Un trenino per lo Stelvio")


Data: 22/03/2015
 
21/05/2015, 15:41
Via libera allo studio di fattibilità

Questa mattina la Giunta della Regione Lombardia ha dato il formale via libera alla stipula di uno schema di protocollo con la Provincia autonoma di Bolzano per la realizzazione del traforo dello Stelvio. Il protocollo verrà finanziato con circa 2 milioni di euro.

Maroni: "Ritengo importante la collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano, perché i nostri territori montani hanno le stesse esigenze e solo lavorando insieme possiamo dare risposte concrete per la soluzione dei problemi. Per la firma del protocollo - ha fatto sapere il presidente lombardo -, con il presidente Arno Kompatcher ci siamo dati appuntamento a luglio proprio sul Passo dello Stelvio per suggellare simbolicamente la nostra fattiva collaborazione, affinché il Parco Nazionale dello Stelvio, nella nuova gestione affidata ai territori, possa diventare effettivamente volano di promozione e sviluppo compatibile con le importantissime

peculiarità ambientali e paesaggistiche".

(maggiori informazioni cliccando sull’immagine) 

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

25/03/2015, 14:57
Trafori

Mi pare che la discussione verta sulla parola "traforo".

Ciò è miope e deleterio.

La parola chiave deve essere "SVILUPPO". 

Bisogna fare (e misurare) un progetto di sviluppo, e solo da quello si può capire cosa serve.

In ogni caso, un moderno sistema di mobilità di persone e merci presuppone una interazione tra ferrovia efficiente e automezzi piccoli perchè i grandi autotreni sono obsoleti.

 

Cristina Culanti


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27/10/2021

24/03/2015, 22:14
e il traforo del Mortirolo?

Occorre porre attenzione a quelle che tutti ritengono "le priorità". Il traforo dello Stelvio sarebbe su rotaia, mentre il traforo del Mortirolo, lo si vorrebbe su strada, almeno così sembrerebbe. Più province unite per opere strategiche attese da anni. Occorre però cautela, perché se il territorio litiga, si otterrà un NULLA DI FATTO, quindi zero opere. Mettiamoci d’accordo, e cerchiamo di ritrovare la saggezza dei nostri antenati, che vivendo la montagna sapevano bene che l’unità portava a buoni risultati. 

Il comunicato stampa del "Comitato del Traforo Mortirolo Ora":

Cristina Culanti


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27/10/2021

23/03/2015, 07:53
Motivazione

Serve prima di tutto il progetto di
sviluppo socio-economico, sostenibile, condiviso.

Questo prescrive uno stabile collegamento intervallivo tra le popolazioni residenti sui tre versanti dello Stelvio (Valtellina - Val Venosta - Grigioni).

Capace di scambiare persone e merci

UN TRENINO PER LO STELVIO collega la stazione di Malles a quella di Tirano, in una logica di rete ferroviaria, al servizio delle nuove generazioni.

Il tracciato è simile a quanto prospettato nel 1922,
a conferma di questa esigenza.

L esempio è rappresentato dal Trenino Rosso, quello in superficie del Bernina e quello sotterraneo del Vereina.

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021

22/03/2015, 17:57
Una curiosità da Wikipedia

"La ferrovia dello Stelvio è un progetto di linea ferroviaria redatto nel 1922 dall’ingegnere Casiraghi (direttore della FAV ferrovia Alta Valtellina Tirano-Sondrio) mirante a collegare Tirano con la val Venosta attraverso le montagne del gruppo dell’Ortles.

Secondo il progetto originale e mai realizzato la linea, che partiva dalla stazione di Tirano, avrebbe raggiunto Bormio e da qui, attraverso il tunnel dello Stelvio, la val Venosta separandosi poi in due tronconi: a nord verso Malles Venosta dove avrebbe dovuto congiungersi con la ferrovia del Resia e a est verso Lasa-Merano-Bolzano permettendo il collegamento con la linea del Brennero per raggiungere Monaco di Baviera. Il traforo dello Stelvio avrebbe ridotto la distanza tra Milano e il capoluogo della Baviera da 595 chilometri a 501.

Come per altri progetti dell’epoca (ferrovia del Resia), la difficile situazione economico-finanziaria e le tensioni internazionali ne decretarono l’abbandono prematuro".

Cristina Culanti


Autore dal
27/10/2021